Andrea Crisanti contro la gestione del covid-19 da parte dell’Oms: “Non è stata all’altezza della situazione”. Nel momento in cui l’Italia è alle prese con la seconda ondata di coronavirus, l’Ordinario di Microbiologia e Microbiologia Clinica all’Università degli Studi di Padova, si scaglia contro l’Organizzazione mondiale della sanità. Crisanti ha combattuto la pandemia come consulente della Regione Veneto dove ha anche eseguito una ricerca nella cittadina di Vo’ arrivando a rilevare la contagiosità degli asintomatici.
E adesso attacca l’Organizzazione mondiale della sanità. “L’Oms non è stata all’altezza della situazione per due motivi. Uno strutturale, nel senso che è diventata un’organizzazione gigantesca, estremamente burocratica e molto distaccata dal campo – ha detto Crisanti intervenendo oggi, 19 novembre, alla giornata inaugurale del Festival del Futuro di Verona, promosso da Gruppo editoriale Athesis, Eccellenze d’Impresa e Harvard Business Review e in corso fino a sabato 21 in diretta streaming sul sito festivaldelfuturo.eu/streaming – L’altro politico, perché è influenzata in modo sproporzionato da donatori esterni che hanno un’agenda politica, che possono essere case farmaceutiche, donatori privati o anche stati. Il fatto che l’Organizzazione mondiale della sanità per esempio non includa Taiwan è l’esempio dell’inadeguatezza di questa struttura, perché se si chiama Oms dovrebbe includere tutti, indipendentemente dalle relazioni politiche che i diversi stati hanno tra loro. Questa stortura è emblematica e sicuramente ha avuto un impatto su questa epidemia, perché gli allarmi lanciati da Taiwan sono stati completamente ignorati per il semplice fatto che non apparteneva all’OMS perché c’è un veto su Taiwan. Ecco, questa non è l’Organizzazione mondiale della sanità che noi vogliamo per il futuro”.
Crisanti: “In Italia ci siamo cullati sull’illusione che la pandemia sarebbe finita”
In Italia, ha aggiunto Crisanti, “ci siamo cullati sull’illusione che in estate la pandemia sarebbe finita, non essendo così preparati alla seconda ondata. Vi sono due approcci per uscire dalla pandemia. Uno più tradizionale, di contrasto delle catene di trasmissione sul campo, e diversi stati ne sono usciti con successo, come la Cina ma anche il Vietnam e Taiwan, la Nuova Zelanda e l’Australia. Hanno combinato il distanziamento sociale con misure estremamente incisive per bloccare la trasmissione sul territorio. Poi la tracciabilità e l’utilizzo dei tamponi per tracciare gli asintomatici, che purtroppo non abbiamo fatto in Italia”.
Crisanti: “I virus ci colpiscono se invadiamo le nicchie ecologiche degli animali”
Il professor Crisanti al Festival del Futuro di Verona ha poi sottolineato l’importanza, per il futuro, di rispettare l’ecosistema per evitare nuove pandemie: “Per prevedere il futuro bisogna guardare al passato. Tutti i virus hanno colpito il mondo nel momento in cui i nostri antenati si sono dedicati all’allevamento degli animali e sono entrati in contatto con una nicchia ecologica diversa. Se invadiamo la nicchia ecologica degli animali il ‘salto’ di specie aumenta, non nei viaggi”. Crisanti ha sottolineato che “per diversi decenni nessuna pandemia è stata importante, a parte alcune variazioni del virus dell’influenza. Il salto di specie è un fenomeno già accaduto in passato, e anche di recente come per l’HIV o la sifilide. Quello che stiamo facendo, distruggendo foreste tropicali o uccidendo animali selvatici per nutrimento, facilita invece il salto di specie”.