Nel Regno Unito il numero di decessi per Covid-19 sale a 32.000. Un triste primato europeo è stato raggiunto dalla Gran Bretagna che, secondo i nuovi dati ufficiali, oltre 32.000 persone sono morte a causa del virus.
I dati dell’Ons nella settimana dal 20 al 26 aprile mostravano 21.997 decessi totali, confermando che “il Regno Unito ha superato il picco di infezioni”. Ma l’Ufficio per le statistiche nazionali ha dichiarato che 29.648 decessi di coronavirus sono stati registrati in Inghilterra e Galles entro il 2 maggio. Aggiungendo i decessi in Scozia e Irlanda del Nord, il bilancio delle vittime del Regno Unito è risultato pari a 32.313.
Non solo Covid
Il professor David Spiegelhalter, presidente del Winton Center for Risk and Evidence Communication dell’Università di Cambridge e membro governativo del Scientific Advisory Group for Emergencies, ha dichiarato: “Sono stati calcolati oltre 3.000 decessi in eccesso i quali non sono stati etichettati come Covid. Di fondo c’è una continua perplessità che molti di questi siano dovuti all’interruzione routinaria del sistema sanitario pubblico, a causa del virus, in termini di cure, chemioterapie, radioterapie e interventi chirurgici annullati, nonché di persone con sintomi di covid o altro che non vanno in ospedale”. E il professor James Naismith, direttore del Rosalind Franklin Institute dell’Università di Oxford, ha chiesto una revisione urgente delle morti causate indirettamente dal virus: “Dobbiamo urgentemente identificare la causa di queste morti cercando di ridurre al minimo quelle potenzialmente curabili”.
Case di cura
Come in tutti in Paesi colpiti dalla pandemia, le morti per coronavirus registrate fino al 1 ° maggio nelle case di cura di Inghilterra e Galles sono state 6.686, l’equivalente del 22,5% di tutte le morti da virus. I documenti provvisori condivisi con i giornalisti da Spiegelhalter hanno mostrato decessi per coronavirus nelle case di cura che proporzionalmente hanno superato le morti negli ospedali. A oggi si attendono 38mila morti, con un lockdown prolungato di almeno altre 3 settimane.