La pandemia da covid-19 non ha risparmiato il Medio Oriente e, in particolare Israele che conta ad oggi 12500 casi accertati e 131 decessi. In merito alle misure poste in atto a protezione della popolazione e della situazione generale nel Paese, abbiamo sentito il parere di Uri ben Yaakov, Director of Development and a Senior Researcher dell’International Institute for Counter-Terrorism (ICT) di Herzliya.
Come sta vivendo Israele l’emergenza del coronavirus?
Il micidiale Corona Virus (COVID-19) è nato in Cina ma si è diffuso rapidamente in tutto il mondo, rivendicando decine di migliaia di vite, costringendo gli Stati a prendere misure preventive e, di conseguenza, a distruggere le loro economie. Lo Stato di Israele non è esente da questa situazione. Ha riconosciuto la minaccia nella fase iniziale di diffusione e ha preso di conseguenza alcuni seri provvedimenti. Questi passaggi si sono rivelati efficaci dal punto di vista della salute, ma allo stesso tempo hanno avuto una profonda influenza sull’economia interna. In questa considerazione, Israele ha posto significative restrizioni di movimento a partire dai suoi confini e, in seguito, anche internamente con una chiusura completa di tutti i tipi di istituzioni educative e infine una riduzione graduale delle attività commerciali. Il ministero della Salute ha pubblicato la prima serie di linee guida il 23 gennaio 2020, inclusi suggerimenti sul miglior trattamento per una persona sospettata di essere infettata dal virus e sviluppato i sintomi della malattia e le migliori pratiche per proteggere il personale medico. Un mese più tardi, il 27 febbraio 2020, si scoprì che il primo infetto in Israele era un uomo appena tornato dall’Italia. Prima di ciò, agli israeliani che erano tornati dalla Cina era stato chiesto di rimanere in quarantena di due settimane, così come alcuni altri israeliani che erano sulla nave da crociera Diamond Princes. Tuttavia, da quel momento, sono sempre più i Paesi aggiunti all’elenco di quelli da cui gli israeliani provenienti devono sottoporsi a quarantena.
Quali ulteriori misure di sicurezza ha messo in atto Israele?
L’isolamento è considerato la parte più importante nella lotta contro il virus. Pertanto, le persone che tornano in Israele da qualsiasi parte del mondo, quelle che erano in contatto con un paziente confermato e le persone con febbre e sintomi respiratori, devono completare due settimane di isolamento. Ogni persona sottoposta a quarantena deve segnalarlo al ministero della Salute. La polizia israeliana sta effettuando controlli casuali per verificare l’attuazione delle istruzioni di queste misure. Per quanto riguarda il primo gruppo, i viaggiatori internazionali, fino a poco tempo fa, avevano il permesso di rimanere in quarantena domestica, ma dopo aver scoperto che alcuni di loro non si attenevano alle norme, sono state introdotte nuove istruzioni e, di conseguenza, tutte vengono trasferite dal Comando del Fronte di sicurezza interno, dall’aeroporto fino all’hotel designato per completare l’intera durata dell’isolamento. Per quelli del secondo gruppo, entrati in contatto ravvicinato con altri elementi contagiati dal COVID-19 si è disposta la quarantena domestica. Il terzo gruppo comprende persone con una temperatura di 38 ° C o più e i sintomi respiratori (tosse o respiro corto) che debbono rimanere in quarantena a casa per due giorni dopo il calo della febbre, anche se non appartengono ai primi 2 gruppi. Il governo israeliano ha vietato alle persone di uscire in pubblico, oltre ad un massimo di 100 metri da casa e per motivi importanti, come recarsi al proprio posto di lavoro, l’acquisto di cibo e medicine, il servizio medico, l’assistenza alle persone bisognose. All’esterno, una persona deve mantenere una distanza di almeno 2 metri dall’altra e indossare una maschera che copre il naso e la bocca. La maggior parte delle aziende in Israele sono chiuse. Il governo ha permesso di mantenere operative solo infrastrutture e servizi critici come ditte di alimentari o forniture mediche, mantenendo una distanza di 2 metri tra le persone. Molte altre aziende sono state autorizzate a operare nel format di consegna a domicilio.
Le ricerche e gli studi in corso in Israele in relazione a un vaccino contro il virus stanno portando a risultati tangibili?
Dobbiamo dividere questa domanda in due: il vaccino è importante a lungo termine ma la medicina può aiutare molto sul breve termine. Sono già in uso diversi cocktail di medicinali e sono certo che le formule utilizzate forniranno presto risultati positivi. Inoltre, il plasma di persone guarite che viene infuso a persone ancora ammalate è un’altra soluzione attualmente in sperimentazione. Per quanto riguarda il vaccino, penso che sia troppo presto per sapere quanto tempo ci vorrà, ma suppongo che ci vorranno alcuni mesi per averlo e poi altri mesi per completare tutte le procedure necessarie prima di entrare in modalità di produzione.
Quanto durerà la “quarantena” in Israele?
Credo che il governo inizierà a revocare la quarantena totale entro pochi giorni, ma lo farà passo dopo passo, al fine di assicurarsi che Israele non stia entrando in condizioni regressive.
Come avete affrontato il problema degli estremisti “Haredim” che si sono rifiutati di sottoporsi alle misure di protezione, rispetto alla minaccia del virus?
La comunità ultraortodossa non ha seguito, almeno inizialmente, le istruzioni del governo, ma l’atteggiamento è cambiato in seguito. Dobbiamo ricordare che questa comunità è notevolmente diversa dalla maggior parte delle altre comunità israeliane in molti aspetti: vivono di solito più di 10 persone nello stesso appartamento e consumano cibi speciali. Per questi motivi, questa comunità ha dovuto trovare diverse soluzioni. Per il momento, il governo sostiene gli ultraortodossi più di altre comunità, ma pone anche questi in condizioni di isolamento più controllate.
Le nuove minacce dei gruppi sciiti iracheni e iraniani sono prese sul serio dallo Stato di Israele?
Tutte le minacce, nuove tanto quanto vecchie, vengono prese molto sul serio da Israele. Ovviamente non è questa l’occasione per indicare le azioni di sicurezza che sono state intraprese, ma posso assicurarvi che le azioni sono state poste in atto con tutte le misure idonee a fronteggiare ogni minaccia.