La distanza sociale causata dal coronavirus è piena di rischi. Al di là dei numeri che quotidianamente ci vengono forniti dall’apparato mass-mediatico, sulla vicenda Coronavirus o Covid-19, ci appare indispensabile fornite alcune riflessioni anche se non propriamente tranquillizzanti. Innanzitutto, la preoccupazione dei cittadini, rivolta per lo più al martellamento quotidiano di aggiornamenti sulla situazione sanitaria, riguarda, in seconda battuta, le “faccende pratiche”. A Roma, la raccolta rifiuti, da tempo frutto di innumerevoli polemiche e proteste che va avanti a rilento, con montagne di sacchi ammassati in prossimità di cassonetti strapieni.
Ma andiamo oltre. L’apertura di nuovi ospedali, chiusi per volontà ‘ignote’, pare essere un argomento di grande interesse per i nostri compatrioti, per tutela personale e familiare e, quanto più, se messo in relazione con il numero di clandestini che quotidianamente stanno sbarcando, incontrollati, nel sud del nostro Paese senza essere sottoposti ad alcun controllo preventivo.
Tale problematica è strettamente connessa con quella, ad oggi irrisolta, dell’impiego e dell’equipaggiamento delle nostre Forze di polizia che, se nel caso della Polizia di Stato, sono fortemente sostenute dai sindacati di settore, per i Carabinieri il discorso è completamente diverso, antistorico e anacronistico. I militari impiegati sulle nostre strade, nella maggior parte dei casi, sono completamente sforniti di equipaggiamento idoneo a fare fronte all’emergenza quotidiana, ma costretti, da ordini sussurrati, a fornire lauti numeri sui controlli sulla popolazione e sulle denunce quotidiani. Una realtà triste che, oltre che mettere a serio rischio l’incolumità degli operatori, pone dei seri dubbi anche sui loro nuclei familiari.
Ma queste sono solamente poche tra le argomentazioni frutto delle innumerevoli segnalazioni che ci pervengono quotidianamente. Il Paese, a nostro parere nelle mani di incompetenti, attraversa un periodo di profonda crisi a fronte del quale i cittadini stanno comunque dimostrando un grande senso di responsabilità. I divieti imposti, e per lo più rispettati, hanno indotto a un nuovo sentimento nazionale che, se per certi aspetti può fare sorridere per le manifestazioni quotidiane di solidarietà e riconoscimento nel Tricolore, dall’altra parte può portare a un nuovo periodo di sostegno e identificazione nei colori nazionali.
Così per noi, ma anche per realtà come Israele o la Spagna, coinvolti in modo travolgente dall’epidemia del virus. Tutto ciò a fronte del fattore “tempo”. Infatti, nel lungo periodo, quanti di noi saranno pronti a sopportare le lunghe code ai supermercati, alle farmacie o alle chiusure di innumerevoli esercizi pubblici?
Ed inoltre, confidiamo sulla responsabilità di ognuno in quanto a convivenza forzata con familiari che con la coabitazione coatta potrebbe portare, nel lungo termine, a tensioni anche in considerazione dei cedimenti emotivi ai quali ognuno di noi potrebbe essere soggetto per le limitazioni di spazio e tempo imposte per un periodo ancora da quantificare.
Vogliamo confidare anche nelle Autorità preposte al controllo di migliaia di extracomunitari – clandestini, che quotidianamente affollano le nostre strade, certi dell’impunità e della mancanza di controlli, oltre che ad una vacatio legis che ne impedisce il rimpatrio immediato.
Ancora peggio va il fronte carcerario che vede i detenuti, in stato di sovraffollamento, protestare per le loro condizioni di insicurezza e gli agenti privi dei necessari strumenti di protezione individuale. Tale problematica, purtroppo, potrebbe essere alla base di nuove proteste inconsulte che porterebbero le nostre Forze dell’ordine a nuovi impegni, al momento non certo auspicabili.