La Gran Bretagna potrebbe trasformarsi in un paradiso fiscale. Regole diverse per gli stranieri residenti, valutazione a punti per chi ha intenzione di trasferirsi, viaggiatori in stand by in attesa di una possibile visa. Tutto cambia in UK grazie alla Brexit. Tutto tranne il commercio a cui il Primo Ministro non vuole imporre alcuna restrizione perché la parola chiave è “ricchezza”.
L’ Unione Europea già si prepara a fermare l’idea di Boris Johnson poiché il danno economico che ne deriverebbe sarebbe grave. Una vera e propria fuga di denaro. Ma il Primo Ministro non bada alle minacce europee e, supportato da finanziatori provenienti da India e Hong Kong oltre che da Donald Trump, parla di poche tasse per le multinazionali estere, flessibilità sulle questioni finanziarie e un discreto segreto bancario a oggi rimosso agli ex paradisi fiscali quali Svizzera e Monte Carlo. In particolare, il presidente americano minaccia sanzioni a chiunque si opponga a questa idea offrendo protezione a qualsiasi paradiso fiscale europeo che permetterà ad aziende americane come Google o Facebook di fare “ottimi affari fiscali”. Uno dei pochi strumenti disponibili per contrastare una tale catastrofe per l’Unione Europea potrebbero essere le mancate garanzie così da impedire gli accordi per l’accesso della Gran Bretagna al mercato europeo.
Con Brexit l’Inghilterra tornerà a essere libera dai vincoli imposti dall’ Unione e l’avvio alla creazione di un vero e proprio paradiso fiscale non è un’ipotesi così remota, avendo ella stessa avviato un processo di “de -regulation” del mercato interno. Per gli inglesi, la cui società si è sempre retta sul commercio e sulla esclusività societaria, questa è un’occasione d’ oro e Brexit è stato solo un lascia passare verso un futuro prospero.
Per ora si attende la fine di questo periodo di transizione (31 dicembre 2020), ma gli accordi commerciali si stanno già pericolosamente delineando per l’Europa.