Già … e chi è, si chiederanno in molti temo, anzi, ne sono sicuro. Beh, in effetti grazie ai media, troppo impegnati a raccontarci fesserie di personaggetti divenuti improvvisamente importanti, ben pochi hanno idea di chi sia stato Giuseppe Branca. Con tanti di questi importanti, come si chiamano … ahh già … influencer … si può perder tempo a parlare di uno come questo … come si chiama? Ah sì Branca … sarà forse quello del Fernet? No, non è quello.
Non c’è più, purtroppo, perché ad avercelo oggi un Uomo come Lui, sarebbe stato un bene per tutti. E posso quindi solo ricordarlo, con la nostalgia figlia del passar del tempo, ma con la soddisfazione di aver avuto il privilegio di conoscerlo e seguire le sue lezioni di Storia del Diritto romano … tanti anni fa.
Domandavo prima, diciamo accademicamente … chi era. In fondo … niente di che … solo un giurista. Professore di diritto in diverse Università, amato dai suoi studenti e rispettato da tutti, senza distinzione di parte politica, anche se di idee dichiaratamente comuniste. Che altro ha fatto poi?
Ah sì, è stato solo per un po’ … dal 1959 al 1971 … giudice costituzionale … e poi … Presidente di quella Corte, parlamentare per tre legislature … Forse sarà questo il destino, infame aggiungo io, dei veri grandi … non lo so. Ma mi fa salire la pressione solo pensare a come funziona la società di oggi, in cui quando si parla di “memoria” è sempre finalizzato a qualche altro assai più terreno obbiettivo.
Veniamo però al vero motivo per cui mi è venuto in mente Lui. Sentendo i “dotti” dibattiti sul tema della “prescrizione”, come se fosse poi il primo dei problemi urgenti, mi è tornata in mente una sua lezione a cui ho assistito più di quarant’anni fa. Ci parlò, con quei suoi modi, simili a quelli di un affettuoso nonno dalla chioma candida, che racconta ai nipoti, in modo ammaliante e affascinate, la storia … della prescrizione. Ci raccontò quel che oggi sembra nessuno sappia, e cioè che quell’Istituto giuridico di cui troppi ignoranti pontificano, nato ben prima della nascita di Cristo, era stato introdotto per una ragione semplicissima: perché i giudici, invece di juris dicere (e cioè dire il diritto = dare giustizia), avevano preso il malvezzo di prendersela un po’ comoda, dilatando in modo abnorme i tempi dei processi.
Già ai tempi di Cicerone era presente l’istituto della prescrizione, ed era considerata non già come qualche ignorante cerca di far credere oggi, una sorta di trucco da leguleio per far scampare il reo alla giusta pena, ma come espressione della volontà dell’Ordinamento che il sistema funzionasse, e quindi, non a tutela del singolo accusato, ma per il buon andamento della Giustizia.
Il culmine si raggiunse con il Codice Teodosiano, quando furono inserite vere e proprie minacce di sanzioni contro i giudici che avessero emanato sentenze ingiuste. Una norma che potremmo definire oggi epocale, fu un Editto del Prefetto del 428 d.C., con cui si “raccomandava” ai giudici di applicare rigorosamente la legge … a meno che non volessero subir loro la pena per il reato che dovevano giudicare …
Proprio come oggi ….
Un solo ultimo pensiero … grazie Professore!