Continua ininterrotto l’afflusso in Libia di terroristi dirottati dalla Turchia. Gli aeroporti interessati allo sbarco sarebbero quelli di Tripoli e Misurata. Al momento sarebbero arrivati circa 2700 jihadisti provenienti di Idlib che verranno impiegati a fianco della truppe di al Serraj nel flebile tentativo di controffensiva contro l’Lna, l’esercito nazionale libico del generale Haftar, ormai padrone del 95% del territorio libico. La notizia, apparsa sui social network, ha trovato ulteriori conferme nelle fonti locali che hanno posto in rilievo come quello che pare un infausto tentativo di capovolgere le sorti di un conflitto che sembra segnato, potrebbe in realtà rappresentare l’ennesimo serio rischio per la nostra sicurezza.
Anche l’inviato speciale Onu in Libia, Ghassan Salamé, interpellato dal quotidiano arabo basato a Londra Asharq al-Awsat alla vigilia della Conferenza di Berlino, si è espresso nei confronti di combattenti stranieri, in particolare siriani, inviati dalla Turchia e coinvolti nel conflitto. Secondo Salamè, attualmente in Libia sono presenti foreign fighter di oltre 10 Paesi. “Vogliamo che tutti questi non libici se ne vadano a prescindere dal loro status giuridico così da permettere ai libici di raggiungere accordi tra di loro – ha dichiarato Salamé – siamo stufi dell’interferenza straniera e dei combattenti non libici in territorio libico”.
La conferenza di Berlino probabilmente sancirà un accordo, non impossibile, che potrebbe estraniare definitivamente la Turchia dalle sorti di Tripoli, con la nascita di un governo di accordo nazionale che segnerebbe la fine della presidenza di al Sarraj in favore di un incarico ad un terzo e al riconoscimento di almeno un ministero al generale Khalifa Haftar. Nell’ottica della cessazione, almeno ufficiale, delle ostilità, la permanenza dei mercenari jihadisti in Libia, in parallelo con la resurgenza delle enclavi dello Stato islamico nel Fezzan, e nella gestione di questi nei traffici di clandestini diretti verso le nostre coste, farebbe innalzare il livello di allerta terrorismo per le infiltrazioni, non più possibili ma certe, di miliziani operativi che potrebbero innescare nel nostro Continente una nuova stagione di attentati. Ma per il nostro solerte Governo, tutto è a posto.
Video showing #GNA Syrian terrorist fighters, speaking in several regional dialects, apparently from the Turkish-backed "National Army," en route to fighting in Libya National Army.@USAEmbassyLibya @GhassanSalame @UNSMILibya #Libya #GNA #LNA #ليبيا #حفتر pic.twitter.com/0ZbVCkPz1l
— M.LNA (@LNA2019M) January 18, 2020