Nuovo atto di terrorismo islamista in Francia, il primo del 2020. Nel primo pomeriggio di ieri un giovane che indossava un falso giubbetto esplosivo sotto una djellaba nera, la veste tradizionale dei musulmani, ha accoltellato 4 persone, colpendo a caso i passanti, in un parco di Villejuif e Le Kremlin-Bicêtre a sud di Parigi. L’azione dell’assalitore è stata accompagnata dal grido “Allahu akbar” rivolto ai passanti durante l’aggressione. Un equipaggio della Bac, la Brigata anticrimine della Police Nationale, è subito intervenuto neutralizzando il giovane che tentava di avvicinarsi agli agenti brandendo il coltello
Il bilancio è di due morti, compreso l’attentatore, e 3 feriti tra i quali 2 in gravi condizioni.
Gli accertamenti avviati subito dopo il fatto hanno portato all’identificazione del giovane per Nathan C., nato a Les Lilas nel 1997, cittadino francese convertito all’Islam, monitorato dall’antiterrorismo fin dal 2018.
Nel suo zaino sono stati rinvenuti alcuni manoscritti in lingua araba e una copia del Corano. Come già verificatosi in Gran Bretagna per gli ultimi attacchi all’arma bianca, anche in questo caso l’autore dell’attacco indossava un finto giubbetto esplosivo. Una semplice emulazione o un segnale di adesione a un modus operandi finalizzato al “martirio” che provoca la reazione delle forze di polizia e il conseguente “sacrificio” del soggetto attivo.
Secondo quanto riferito dagli organi di polizia e riportato dalla stampa locale, l’aggressore era affetto da “schizofrenia”. Una prassi abusata e ormai non credibile, quella delle patologie mentali sofferte da quasi tutti autori degli attentati in Europa, rivolta a sminuire l’impatto di un fenomeno, quello del terrorismo di matrice islamista, in spregio alla sicurezza dei cittadini europei.
Villejuif è località già emersa in precedenti episodi legati al terrorismo di matrice islamista. Nel 2015 l’algerino Sid Ahmed Ghlam, viene arrestato con l’accusa di aver ucciso una giovane insegnante di fitness e di avere organizzato un attentato a una chiesa nella cittadina francese insieme ad altri 5 correligionari, risultati connessi al commando degli attentati di Parigi, tra i quali due soggetti successivamente deceduti nel conflitto siriano.