La propaganda jihadista testa l’uso della BlockChain Messenger. A poco più di due settimane dalla vasta operazione “Action Days” con cui Europol ha coordinato l’azione di contrasto alla propaganda jihadista on line sui canali e piattaforme Telegram, Google, files.fm, Twitter, Instagram e Dropbox , lo Stato Islamico si era sin da subito riposizionato, per ridimensionare il lavoro di Europol ed istruire i propri fedelissimi sull’uso resiliente di piattaforme e canali di comunicazione on line alternativi come Matrix e/o altre app o social meno conosciuti o nuovi, come la russa Tam Tam.
L’Isis punta alla decentralizzazione della propria rete multimediale
L’Isis punta alla decentralizzazione della propria rete multimediale e, per quanto è dato sapere, anche a un più elevato livello di condivisione dei contenuti propagandistici a cui sia assicurata sicurezza crittografica ed immutabilità. Non vi è dubbio, dunque, che anche la propaganda jihadista stia testando l’uso della Distributed Ledged Technology, ossia della tecnologia basata su registri distribuiti su cui è stata sviluppata l’App BlockChain Messenger (BCM), associata a piattaforme di instant messaging come TamTam, RocketChat, Riot e Hoop, potenzialmente in grado di assicurare al tempo stesso uno scudo sicuro contro l’hackeraggio da un lato, e la capacità di trasferire criptovaluta per finanziare azioni terroristiche dall’altro, oltre a garantire anonimato, immodificabilità e crittografia dei messaggi per impedire il rilevamento delle forze dell’ordine.
BlockChain Messenger
BlockChain Messenger, la cui tecnologia di base e funzionalità sono spiegate nel white paper della Società sviluppatrice che ha sede a Guangzhou, in Cina, ancorché incorporata nelle Isole Vergini britanniche, è disponibile e scaricabile negli app store di Google e Apple e si caratterizza per l’innovativa facoltà degli amministratori di un gruppo di creare supergruppi aggregati che possono arrivare ad annoverare fino a 100.000 persone.
La circostanza della nazionalità della società sviluppatrice non è di poco conto. Infatti, la tendenziale dimestichezza dei cinesi a sviluppare codici di programmazione con backdoor di monitoraggio più o meno dichiarate (almeno a stretto rigore statistico), potrebbe costituire di fatto un deterrente verso l’uso della nuova App da parte del Daesh, in genere molto prudente nell’utilizzo delle reti multimediali. Tuttavia, l’elemento connotante che di certo potrà far propendere per un largo uso della BCM da parte dell’Isis è l’integrato del wallet di criptovaluta che consente agli utenti di inviare, archiviare e ricevere criptovalute come bitcoin ed ethereum.
È chiaro che rendere semplice ed accessibile l’invio di criptovalute anonime in tutto il mondo, attraverso un wallet associato ad una piattaforma di IM, può creare le condizioni per una valutazione costi-benefici dell’Isis nettamente a favore dell’uso della BCM per via dei potenziali vantaggi dell’agevole, sicura ed anonima finanziabilità di progetti terroristici.
E la minaccia appare concreta ed attuale ove si consideri che sul web vi è già traccia di alcuni canali in cui è presente attività propagandistica, nonché di alcuni gruppi, che hanno in condivisione immagini di recenti attacchi in Africa.