“Popolo americano, non sono contro di te solo per essere americano, non ti odio per le tue libertà, ti odio perché ogni giorno supporti, finanzi e commetti crimini non solo contro i musulmani ma anche l’umanità. Sono contro il male e l’America nel suo insieme si è trasformata in una nazione del male. Quello che vedo dall’America è il sostegno di Israele che è l’invasore di un paese musulmano”. Queste le prime righe del testamento, postato sull’account twitter di Mohammed Saeed Alshamrami, il pilota saudita ritenuto l’attentatore della base navale americana di Pensacola.
Quattro morti e una decina di feriti
È il bilancio della tragica mattinata vissuta alla scuola di aviazione militare all’interno della NAS Pensacola, situata nella contea di Escambia, dove sono impiegati oltre 16.000 militari e 7.400 civili. La base ospita il Comando delle scuole di aviazione navale, il Centro di addestramento tecnico aeronautico navale, il Gruppo di supporto alla formazione aeronautica marittima, i Blue Angels (pattuglia acrobatica nazionale) e il quartier generale per il comando di addestramento all’istruzione navale, un comando che combina la direzione e il controllo di tutta l’educazione della Marina e formazione.
AlShamrami è entrato in azione alle 6.45 circa, un orario che precede le lezioni del mattino e che vede l’afflusso nelle aule dei “cadetti”. Munito di arma automatica, di cui all’interno della base è vietata la detenzione ed il porto al seguito, si è posizionato all’ingresso di un edificio che ospita le aule e ha aperto il fuoco in modo indiscriminato contro gli allievi in afflusso verso la palazzina. Solo l’intervento della polizia del posto, subito allertata, che ha neutralizzato l’attentatore, ha scongiurato un bilancio più pesante.
Il giovane saudita era allievo dell’accademia aeronautica statunitense in forza degli accordi di collaborazione militare intercorrenti tra i due Paesi alleati. Secondo le testimonianze dei colleghi, pur professandosi un musulmano devoto e praticante, non aveva mai dato segni di radicalizzazione o squilibrio.
Sul profilo Twitter dell’attentatore, محمد الشمراني ,@M7MD_SHAMRANI, a seguito dell’ultimo post di AlShamrami, sono seguiti numerosi commenti sia di condanna ma anche, e soprattutto, di esaltazione del martirio e delle motivazioni della volontà del giovane. Nei suoi post, AlShamrami si esprime apparentemente sotto l’influenza dalle teorie jihadiste propagandate sulla rivista qaedista “Inspire”da Anwar al Awlaqi , l’imam statunitense naturalizzato yemenita, leader di Al Qaeda nella Penisola Arabica, morto a seguito di un attacco di droni nel novembre 2011.
Il secondo episodio in una settimana
In una settimana è questo il secondo episodio di una seconda sparatoria all’interno di un’installazione militare negli Stati Uniti. Nei giorni scorsi, un sottufficiale della marina statunitense, il 22enne Gabriel Romero, aveva ucciso due persone nel cantiere navale navale di Pearl Harbor, nelle Hawaii, suicidandosi poi con l’arma in dotazione.
Ma nella storia meno recente appare un precedente inquietante
Il 5 novembre 2009 nella base di Fort Hood in Texas, 13 militari rimasero uccisi e 30 feriti a seguito dei colpi sparati da un ufficiale di origine giordana in partenza per l’Afghanistan.
Il maggiore Nidal Malik Hasan, 39 anni, un medico specializzato in malattie mentali, musulmano, munito di un’arma semi automatica ed alcune pistole aveva sparato in modo indiscriminato sui soldati impegnati in visite mediche prima di partire per la guerra, al grido di “Allahu akbar” . L’ufficiale venne neutralizzato dai militari della base, rimanendo ferito. Al processo ha sempre sostenuto di aver agito in difesa delle vite della leadership talebana in Afghanistan, inclusa quella del Mullah Omar, messe a repentaglio dal personale militare americano. La corte marziale nel 2013 ha comminato la condanna a morte dell’ex militare, attualmente in attesa di esecuzione.
Un altro particolare di non poco conto, rivelato da Newsweek, è relativo a tre dei dirottatori dell’11/9/2001, il cui indirizzo sulla patente di guida era proprio presso la Nas di Pensacola.
“I credenti, nel loro amore, misericordia e gentilezza reciproca sono come un corpo: se una parte di esso è malata, l’intero corpo condivide la sua insonnia e la sua febbre” (The believers, in their love, mercy, and kindness to one another are like a body: if any part of it is ill, the whole body shares its sleeplessness and fever), dall’account Twitter di Mohammed Saeed Alshamrami.