È ancora vivo il ricordo dell’ultimo riordino delle carriere del 2017, che ha visto risolvere le problematiche, sia pure legittime, dei dirigenti a tal punto da riconoscere tale status ad anzianità fin dal grado di maggiore e far recuperare le classi economiche alla dirigenza generale fino a 600 euro. Tutto ciò mentre veniva istituita una carriera direttiva per i marescialli/ispettori, l’istituzione per loro di un ulteriore grado di Luogotenente, la qualifica apicale, una serie di selezioni per l’avanzamento, nonché a regime il titolo di studio della laurea di 1° livello. Nella riformulazione dei parametri stipendiali il luogotenente ha al contrario perso l’aggancio con il tenente, passando quasi 5 punti sotto. Per le altre categorie solo una serie di ritocchi parametrali oltre che la tanto attesa promozione a maresciallo di coloro che erano precari con ferme biennali/triennali prima del 1995.
Da mesi si sta lavorando su decreti correttivi a tale riordino. Tali decreti, non per niente scontati, sono stati frutto di sforzi del Co.Ce.R. non solo nella sua interezza ma anche di delegati maggiormente esperti. Nel testo reperibile sul sito della Camera qualcosa di buono ci sarebbe, ma soprattutto ci sarebbe un bel po’ da migliorare, affinchè non si riveli un altro provvedimento insoddisfacente per il personale. E qui nascono i misteri. Dopo essere riusciti ad ottenere il decreto correttivo, dopo essere riusciti a correggere tante norme durante i tavoli con gli Stati Maggiori, arrivati al momento in cui vi è la necessità di confrontarsi con la “politica” affinché si possa dare, almeno in parte, un po’ di giustizia professionale, arriva la sorpresa.
La convocazione dell’audizione in Parlamento, inviata dallo Stato Maggiore Difesa al Co.Ce.R. Interforze, prevede la presenza di sole 6 delegati e per soli 40 minuti (8 minuti per Forza Armata/Corpo Armato). Da anni grazie ai combinati disposti degli articoli del Codice di Ordinamento militare, del regolamento e del decreto sulla concertazione, dove si garantiscono le presenze delle Forze Armate e delle singole categorie, tale rappresentatività e democraticità delle rappresentanze è diventata indispensabile. Oggi che ci avviamo verso un sistema sindacale, tali partecipazioni paradossalmente si restringono, annientando di fatto ogni possibilità di riportare ciò che i colleghi chiedono.
Eppure dal sito del Senato si può constatare che i parlamentari potrebbero avere almeno 2 ore di tempo libero (dalle 08.00 alle 10.00). Lo spazio in aula c’è, come ci fu in occasione del riordino.
Chi vuole la ridotta partecipazione dal punto di vista numerico e temporale? “La Politica”, le Amministrazioni? Quali sono le ragioni? Perché proprio questa volta in particolare questo genere di problemi? Forse i parlamentari si stancano ad ascoltare i rappresentati militari? Lo scorso 9 ottobre i Cocer sono stati convocati per mezz’ora per Forza Armata su una questione “come Strade Sicure” che non riguardava direttamente tutte le Forze Armate. Se una categoria, come ad esempio quella dei marescialli della Marina che ha più di 13.000 rappresentati, non dovesse essere presente, in proporzione non più di 3 sindacati tra Polizia di Stato e Polizia Penitenziaria potrebbero essere auditi.
Per logica il Co.Ce.R. Interforze avrebbe delle alternative. Mandare uno per Forza Armata/Corpo Armato o uno per categoria Interforze, oppure non presentarsi vista la considerazione che si dimostra ai Rappresentanti del Comparto Sicurezza/Difesa. Infine, un’alternativa potrebbe essere quella di mandare un documento per corrispondenza, via mail o addirittura tramite “social” visto che al contrario c’è tanta attenzione politica verso questi ultimi. Domani 22 ottobre, il Co.Ce.R. Interforze, convocato d’urgenza, dovrà impiegare le proprie energie per approfondire le questioni di metodo a discapito del merito, altrimenti si renderebbe tutto vano.
Il Co.Ce.R., soprattutto su un provvedimento di così vitale importanza, non potrà non affermare le proprie prerogative, derivanti da anni di “buone battaglie”, di conquiste e soprattutto in prospettiva di una rappresentatività che, piaccia o no, diventerà di tipo sindacale. Sindacati Militari che dovranno finalmente avere pari dignità di ruolo rispetto ai sindacati delle Forze di Polizia.
**Antonello Ciavarelli, delegato Cocer Marina