Nella giornata di ieri la Commissione Europea, con un proprio comunicato stampa, ha reso noto che gli Stati membri, con il sostegno della Commissione e dell’Agenzia europea per la cybersicurezza, hanno pubblicato una relazione sulla valutazione coordinata del rischio dell’UE sulla cybersicurezza nelle reti di quinta generazione (5G) . Si tratta di uno step programmato della strategia europea, mentre prosegue il braccio di ferro diplomatico e geo-politico tra gli Stati Uniti e la Cina.
Obiettivo dichiarato dell’Unione, invero già attuale con la recente adozione del Cybersecurity Act, é la creazione di un mercato unico digitale sicuro, con standard di sicurezza certificabili in relazione ai sistemi informativi, alle reti e ai prodotti (hardware e software) e processi. La relazione pubblicata ieri si innesta, pertanto, nel quadro della raccomandazione proposta a fine marzo dalla Commissione per un approccio europeo comune alla sicurezza delle reti 5G. E già ventiquattro Stati membri dell’Unione avevano adempiuto attraverso la creazione di valutazioni dei rischi nazionali legate alla protezione delle loro reti 5G.
La Commissione ha ribadito l’importanza strategica delle reti di quinta generazione (5G), considerate come una futura infrastruttura digitale imprescindibile. Per questa ragione, le valutazioni dei rischi nazionali hanno avuto per scopo principale l’identificazione delle “sensitivity” dei componenti e delle funzioni della rete 5G alle possibili minacce alla sicurezza, nonché i diversi tipi di vulnerabilità che possono derivare dalla catena di approvvigionamento del 5G. L’Europa ha pertanto raccomandato agli Stati membri di collaborare e coordinarsi con fornitori e operatori, le autorità di telecomunicazione e i servizi di sicurezza ed intelligence per garantire la sicurezza della rete, autorizzando anche il singolo Stato membro all’esclusione dai loro mercati nazionali, per motivi di sicurezza nazionale, delle società che si rendessero inosservanti delle norme e del quadro giuridico del Paese.
Dunque, all’esito delle valutazioni dei rischi elaborate dai singoli Stati membri, la relazione costituisce un momento di importante sintesi sulle principali minacce e attori, le risorse più sensibili, le principali vulnerabilità (comprese quelle tecniche e altri tipi di vulnerabilità) e una serie di rischi strategici afferenti alle reti 5G, rappresentando anche la base per identificare le misure di mitigazione da mettere in campo in ambito nazionale ed anche a livello europeo.
La relazione individua alcuni importanti temi da sottoporre ad attenta valutazione tra i quali
– le innovazioni chiave nella tecnologia 5G (che porterà anche una serie di specifici miglioramenti della sicurezza), in particolare la parte importante del software e l’ampia gamma di servizi e applicazioni abilitati dal 5G;
– il ruolo dei fornitori nella costruzione e gestione delle reti 5G e il grado di dipendenza dai singoli fornitori.
Il rapporto evidenzia altresì che le reti 5G aumenteranno significativamente la superficie esposta, soprattutto in relazione alle potenziali vulnerabilità dei software sin dalla fase di sviluppo oltre alla maggiore sensibilità della gestione tecnica delle reti. A questo si aggiunge l’ulteriore vulnerabilità afferente ad una maggiore esposizione ai rischi legati alla dipendenza degli operatori di rete mobile dai fornitori. A tal riguardo, significativo il passaggio della relazione in cui il rischio di potenziali attacchi alle reti 5G con “interferenze” lesive viene principalmente collegato a potenziali attori extra UE, con malcelata allusione al colosso cinese boicottato dagli Usa.
Ed infatti, emerge chiaramente nel rapporto che l’integrità e la disponibilità di tali reti diventeranno i principali problemi di sicurezza nazionale e una grande sfida alla sicurezza dal punto di vista dell’UE.