Si acuiscono le tensioni nel golfo Persico. L’Iran ha annunciato di avere smantellato una rete di spionaggio della Cia, traendo in arresto alcuni “operativi” legati all’agenzia di spionaggio statunitense. Funzionari del Vevak, il servizio d’intelligence persiano, hanno dichiarato all’agenzia di stampa iraniana Irna che ulteriori indagini sono in corso di svolgimento nei confronti di altri soggetti ritenuti legati al gruppo individuato nei giorni scorsi. L’operazione del controspionaggio iraniano non fa che acuire le tensioni con gli Usa, che stanno innalzandosi soprattutto dopo le esplosioni sulle petroliere nel golfo di Oman e per le quali l’amministrazione Trump ha subito puntato il dito contro i Pasdaran iraniani.
Ma in seno al regime degli ayatollah sembrano convivere due anime completamente opposte
Da una parte i fedeli del presidente Hassan Rohani, sostenitori di una linea moderata e disposti al dialogo, dall’altra gli oltranzisti sciiti legati ad Ali Khamenei, in primis i Pasdaran colpiti, oltretutto, dall’iscrizione nella “black list” degli Usa dei gruppi terroristi e intenzionati ad arrivare allo scontro finale con il “grande satana” e con Israele, da sempre nel mirino degli islamisti. Infatti, sono a tutt’oggi in discussione anche gli accordi sul nucleare, per i quali la diplomazia internazionale sembra aver messo all’angolo l’Iran, Paese già gravato da pesanti sanzioni che mettono a rischio i suoi precari equilibri interni.
E nel quadro di una situazione effervescente, si inserisce anche l’ultimatum di tre settimane rivolto dal presidente Hassan Rohani ai vari partner economici, ai quali è stato chiesto di compensare le cospicue perdite dovute alle sanzioni internazionali pena la ripresa dell’arricchimento dell’uranio. Una mossa che potrebbe accendere la miccia di un’escalation militare con gli Usa nello stretto di Hormuz e, soprattutto, innescando la reazione del nemico giurato di sempre: Israele.
Tre razzi sparati dai Pasdaran colpiscono una base americana in Iraq
E’ proprio di oggi la notizia del lancio di tre razzi che hanno colpito la base americana di Taji, situata a 30 chilometri a nord di Baghdad. Notizie da fonti locali hanno riferito trattarsi di Katyusha, in dotazione all’esercito iraniano e ai Pasdaran. Lievi i danni alle strutture e fortunatamente nessuna vittima, ma il Dipartimento della difesa statunitense ha subito predisposto l’invio di altri 1000 uomini nella zona, iniziando a revisionare i piani della strategia a breve termine. Sempre oggi, funzionari dello stesso Dipartimento hanno pubblicato foto ravvicinate di elementi dei Pasdaran, le guardie della rivoluzione, intente alla rimozione di una mina da una nave cisterna giapponese, a riprova del coinvolgimento iraniano negli attacchi alle petroliere nel golfo di Oman della settimana scorsa.