Si trova nel quartiere multietnico dell’Esquilino, a due passi dalla stazione Termini e dai palazzi istituzionali. Un enorme edificio interamente ristrutturato che, oltre 100 anni dopo la sua costruzione, è la nuova sede dei servizi segreti italiani. A piazza Dante 25, nel cuore di Roma, da oggi l’intelligence ha una nuova imponente sede. Oltre 60.000 metri quadri impiegabili, paragonabili a quasi dieci campi da calcio. Più di 100o finestre di affaccio e oltre 2000 chilometri di cavi in fibra ottica che innervano la struttura senza alterarne il volto architettonico. Una lunghezza paragonabile alla distanza fra Roma e Dublino.
Alla presenza delle più alte cariche dello Stato, i servizi segreti hanno aperto le porte dell’edificio costruito nel primo decennio del Novecento. Il palazzo è tradizionalmente attribuito all’architetto romano, di origine belga, Luigi Rolland (1852-1921). In realtà, nell’insieme si tratta di un lavoro collegiale dell’Ufficio speciale del Genio civile per i fabbricati governativi, e a operare sotto la direzione dell’ingegnere Amerigo Pullini sono un gruppo di professionisti, alcuni di ruolo altri come consulenti esterni (qual è Rolland, cui sono affidate la ‘carenatura’ architettonica e la direzione artistica dell’opera).
Il palazzo sorge nel clima positivo della formazione del nuovo Stato italiano per assolvere alle necessità amministrative dei servizi finanziari della Cassa depositi e prestiti, legata al ministero del Tesoro e alle Poste italiane che lo utilizzarono fino a non molti anni addietro.
La struttura, di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti, è stata individuata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Informazioni e la Sicurezza – nell’agosto del 2008, con l’esigenza di concentrare le diverse articolazioni dislocate in vari sedi della Capitale. A distanza di un secolo dalla realizzazione, l’edificio – che mantiene l’iscrizione originaria nel fregio (“Casse di Risparmio Postali”) – dopo aver accolto le funzioni del ministero delle Comunicazioni postali con varie denominazioni, è finalmente rivitalizzato e portato a moderna e durevole funzionalità.
10 anni dall’ideazione
Dal 2008 al 2012 si è lavorato per definire i requisiti funzionali, per elaborare la progettazione di un edificio efficiente, moderno e rispettoso della sua tradizione architettonica e dell’archeologia che è stata faticosamente repertata nel sottosuolo. I lavori sono stati svolti dal 2012 al 2019 (7 anni).
La riqualificazione
Il progetto si è prefissato un prioritario obiettivo di riqualificazione generale, non solo del fabbricato ma anche del contesto urbano, in cui gioca un ruolo fondamentale la piazza-giardino antistante. Il giardino sarà restituito agli abitanti del quartiere con il ripristino delle attrezzature migliorate, e dell’arredo vegetale. La piazza, un’enclave verde tra gli isolati edilizi, potrà così essere fruita – e in parte già lo è grazie al ruolo propulsore della Presidenza del Consiglio – anche per la maggiore sicurezza dovuta alla presenza della sede stessa.
La struttura e le innovazioni
Le innovazioni, seppure di ampia portata, hanno rispettato le principali caratteristiche dell’edificio, esaltandone le potenzialità già evidenti, e tali da far ritenere fattibile l’adattamento. Le strutture sono state mantenute e rafforzate, sia nelle componenti orizzontali che nelle parti murarie, comprese le fondazioni la cui capacità è stata incrementata mediante una platea che ha permesso l’uso del seminterrato e la creazione di volumi utili per i dispositivi tecnici e le attrezzature.
Le superfici degli spazi interni sono state “placcate” con una tecnica che consente l’isolamento e il passaggio degli impianti, senza intaccare il vivo delle murature. Quando necessario, i grandi ambienti sono stati frazionati e isolati con tramezzature e controsoffitti di cartongesso per un adeguato isolamento termico e acustico, mantenendo una ragionata flessibilità per eventuali soluzioni distributive diverse. Scelta che ha facilitato l’impiantistica, costituendo un elemento essenziale e irrinunciabile dell’inserimento funzionale.
La complessità progettuale è legata ad un cosiddetto “sistema dei sistemi”: più di 8.000 i sistemi operanti nella struttura. Diverse soluzioni strutturali e tecnologiche di avanguardia sono state calate dentro una struttura storica. L’approccio tecnologico è stato curato per soddisfare le esigenze di una sede moderna (in considerazione di costi di esercizio e dispendio energetico), con specifiche richieste di sicurezza, compatibile progettualmente con le necessità di conservazione dell’edificio storico e la sua collocazione nel tessuto urbano. Un palazzo ecosostenibile, adeguato alle norme sismiche, con capacità di resistere e rimanere pienamente operativo anche in presenza di sisma con tempo di ritorno di 200 anni.
La parete della memoria
Il Palazzo ospita una “Parete della Memoria” dedicata ai quattro Caduti del Comparto intelligence che hanno donato la propria vita per il compimento della missione:Vincenzo Li Causi, Nicola Calipari, Lorenzo D’Auria e Pietro Antonio Colazzo. Riunendosi in una sede unitaria, l’Intelligence nazionale porta a compimento un lungo percorso: da oggi, anche nella percezione immediata della cittadinanza, è nitidamente una comunità, una struttura coesa, nella quale ogni componente lavora in armonia con le altre per perseguire un bene supremo, la Sicurezza Nazionale, che appartiene a tutti.
Un approdo, ed al contempo un punto di partenza. Non si sarebbe arrivati sin qui seil sacrificio estremo di quattro valorosi servitori dello Stato non avesse testimoniato che l’Intelligence, prima ancora che una istituzione irrinunciabile per tutelare e difendere le istituzioni democratiche e la sicurezza della Nazione, è un patrimonio di ideali, di valori, di virtù coltivate nella riservatezza. E’ tenacia nell’impegno, lealtà al servizio, dedizione nell’assolvere ai propri compiti, rigore nel non valicare mai il tracciato che la legge concede. È orgoglio del silenzio e coraggio individuale.
Il Comparto ricorda i Caduti perché nei valori che li animarono risiede la linfa più genuina dalla quale trarre alimento per intraprendere, da oggi, un nuovo cammino: nuovo perché sempre diverse e più ardue saranno le sfide da fronteggiare, ma sempre uguale a sé nella fonte di ispirazione morale. “Perché il loro è un messaggio di vita e di speranza. Inchinandoci alla loro memoria, ci sentiamo incoraggiati a credere sino in fondo nella nostra missione, a guardare con fiducia ad un avvenire nel quale l’Intelligence, in sintonia con le aspirazioni, le aspettative, il sentire di tutti gli italiani, continuerà a non lesinare alcuno sforzo nel perseguire gli interessi fondamentali del Paese”.