Strage in due moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda. Secondo le prime stime sarebbero 50 i morti e altrettanti i feriti, molti in modo grave, provocati da un vile attacco perpetrato da un commando guidato dall’estremista 28enne australiano Brenton Tarrant.
Prese di mira la moschea di Al Noor e quella periferica di Linwood che, in occasione del venerdì, giorno di preghiera islamico, erano affollate di fedeli riuniti per il rito comunitario. Il raid è stato documentato direttamente dell’autore con una microcamera che ha trasmesso in diretta l’azione sui social network. Il gruppo di assalitori era composto, oltre che da Tarrant, da altri due uomini e una donna, tutti arrestati dalla polizia neozelandese.
Il “manifesto” delirante pubblicato prima della strage
Poco prima di entrare in azione, il 28enne aveva diffuso sul forum “8chan”, preannunciando la strage, un proprio “manifesto” di 73 pagine dai contenuti deliranti, nel quale motivava l’azione con la necessità di “difendere la razza bianca” dagli invasori che hanno provocato “centinaia di migliaia di morti” e di voler vendicare gli attacchi dei terroristi islamisti in Europa. Secondo l’invasato autore dello scritto, la decisione di entrare in azione è maturata dopo l’attacco avvenuto a Stoccolma, in Svezia nell’aprile 2017.
Tutti i contenuti filmati da Tarrant e condivisi sui social network sono stati cancellati dalle autorità neozelandesi, con preghiera di non diffondere quelli scaricati in precedenza. Fonti di polizia hanno rivelato che sullo zaino utilizzato dall’autore delle stragi sono state rinvenute scritte di riferimento alla battaglia di Lepanto, dei comandanti Marcantonio Colonna e Sebastiano Venier oltre che il nome di di Luca Traini, l’autore della strage di Macerata.
Sui social gli estremisti islamici chiedono una pronta risposta all’attacco contri i “fratelli”
Le autorità sono impegnate a ricostruire la probabile rete di appoggio alla cellula estremista che ha colpito oggi a Christchurch e non si escludono ulteriori fermi. A fronte dell’attentato, come prevedibile, sui social network gli estremisti islamici hanno postato comunicati inneggianti alla resistenza a oltranza a Baghuz e ad una pronta risposta all’attacco contro i fratelli musulmani colpiti in Nuova Zelanda.