“La nostra organizzazione, esistente dal 1919, svolge da sempre azioni concrete di assistenza e denuncia sulle violazioni dei diritti umani”. Così il presidente della Lidu onlus, Eugenio Ficorilli, nell’intervento di apertura della tavola rotonda ‘L’antisemitismo è negazione dei diritti umani’, che si è svolta presso la sede della Lidu onlus il 7 marzo scorso, organizzata in seguito ai molteplici episodi di recrudescenza di sentimenti di odio verso il popolo ebraico che si sono succeduti in Francia ed in altre nazioni nel mondo.
L’aggressione verbale da parte dei gilet gialli in Francia al filosofo ebreo, Alain Finkielkraut, così come la profanazione di cimiteri ebraici in Francia ed Argentina, ed ancor più grave l’episodio di aggressione fisica del 27 febbraio al gran rabbino dell’Argentina, Gabriel Davidovich, sono solo alcuni dei casi che dall’inizio del 2019 hanno messo in allarme ed evidenziato una recrudescenza di odio verso la popolazione ebrea.
La popolazione umana vede la sua naturale connotazione nella vita di gruppo, ha spiegato il vicepresidente Oreste Bisazza Terracini, moderatore dell’incontro, che ha aggiunto come la necessità di vivere in un equilibrio sociale vede l’impegno della Lega italiana dei diritti dell’Uomo nella tutela dei diritti fondamentali dell’essere umano. “Non possiamo impedire che si sia antisemiti – ha detto introducendo i relatori intervenuti – ma possiamo impedire che si commettano reati e impegnarci a non consentire che si alimenti l’odio verso una parte della popolazione umana. Più che di antisemitismo, che etimologicamente si riferisce ai semiti, si deve parlare di antiebraismo”.
“Ci troviamo di fronte a nuove forme di discriminazioni – ha detto nel suo intervento Luca Palamara sostituto Procuratore della Repubblica – che già esistevano e richiedono una rinnovata sensibilità da parte della magistratura ed dell’avvocatura”. Palamara ha ricordato l’importanza nello scorso anno della coincidenza di tre celebrazioni fondamentali sul tema dell’antisemitismo: gli 80 anni dall’approvazione delle leggi razziali del 1938, i 70 anni dalla nascita della Costituzione che nel suo art. 3 sancisce l’uguaglianza di diritti in tutti i campi umani, e i 60 dalla fondazione del Consiglio Superiore della Magistratura. Una combinazione di date che ha portato lo stesso CSM all’ elaborazione di un volume ‘Razza e Ingiustizia’, per individuare tutti quei casi di magistrati e avvocati vittime delle famigerate leggi razziali, accomunati tutti dal non essersi piegati al regime dittatoriale del ventennio mussoliniano. Ma già dal 2017 il magistrato Luca Palamara che presiedeva il centro studi del CSM, di concerto con il Miur, aveva realizzato a favore delle scuole i viaggi ad Auschwitz e Birkenau, luoghi dell’orrore generato dall’odio razziale, che meglio di qualsiasi altra azione raccontano la storia ed il genocidio subito dagli ebrei per volontà della politica nazista. La conoscenza dei terribili fatti dunque per vincere ‘l’ignoranza’ di alcuni giovani. Ma anche l’impegno del magistrato nel bilanciare, in un’ottica di garanzie di tutela dei diritti delle persone, quella che potrebbe essere solo pura ignoranza sui fatti del passato, quando deve decidere su una ipotesi di reato al limite tra manifestazione del pensiero o discriminazione per la razza.