di Jasmine Racca
La Russia è intenzionata a scollegarsi dal sistema internet della rete globale per crearne autonomamente una nuova. Ufficialmente lo scopo è quello di sviluppare una cyber-difesa contro attacchi informatici esterni. Il rischio, però, è che questa possa trasformarsi in una sorta di censura. Secondo l’agenzia di stampa locale, RosBiznesKonsalting, il test per disconnettere “Runet” è previsto entro il 1 aprile e per un arco di tempo relativamente breve.
“Programma nazionale sull’economia digitale”
Il disegno di legge, “Programma nazionale sull’economia digitale”, è stato presentato alla Duma in prima lettura da Leonid Levin, presidente del Comitato per la politica d’informazione, per le tecnologie informatiche e di connessione. In caso di esito positivo, consentirebbe alle autorità russe il diretto controllo dei punti di connessione tra il paese e il resto della rete internet mondiale. Poco meno di un anno fa, il consigliere del presidente per lo sviluppo di internet, Herman Klimenko, dichiarò che “tecnicamente siamo pronti a qualsiasi azione, i guasti si verificano sempre quando si passa da una tecnologia all’altra. Esiste una buona omologazione, ogni sistema si caratterizza non per errori e disfunzioni, ma per la reazione ai bug e guasti”. Levin ha ricordato, inoltre, che come nel caso di isolamento avvenuto per la Crimea, i ripetitori possono disattivarsi e rendere un paese “emarginato” in qualsiasi momento.
Tenendo presente le tensioni in ambito politico con l’Occidente e le minacce della Nato nei confronti del Cremlino per presunti attacchi informatici, l’obiettivo sarebbe quello di utilizzare il web russo nel caso di isolamento nazionale dovuto ad un’ipotetico cyber attack. Negli ultimi anni Mosca è stata ritenuta responsabile di svariati attacchi informatici come ad esempio il Russiagate. Nel marzo 2018, invece, fu accusata di un attacco ai danni dei server dell’agenzia anti-doping britannica. Nel settembre successivo, inoltre, il governo olandese aveva provveduto ad espellere due presunte spie russe accusate di aver tentato l’ingresso in un laboratorio chimico svizzero provvisto di campioni di agente nervino Novichok.
Il test sarà condotto da Kaspersky Lab
La proposta prevede l’autonomia per lo smistamento del traffico delle telecomunicazioni sul piano nazionale per frenare la circolazione di informazioni verso le reti estere. L’idea si riferisce alla creazione di un sistema indipendente relativo alle denominazioni di dominio (DNS, ovvero, quelli necessari a riconoscere un’entità all’interno della rete), che riesca a rimanere attivo nel caso di disconnessione con i server disposti in tutto il mondo. Il test sarebbe condotto da Kaspersky Lab, fornitore di cybersicurezza e il sistema, se approvato, verrà sorvegliato dall’agenzia di controllo federale per le comunicazioni statali Roskomnadzor, in grado di filtrare i contenuti ricevuti. Proprio la scorsa settimana, secondo alcune fonti, Google ha permesso all’agenzia di inviargli elenchi di siti vietati in Russia per poi provvederne al blocco.
Il modello Cina
Zoe Kleinman, technology reporter della BBC, spiega come questa situazione possa incorrere ad un rischio di censura, indotta proprio dall’ “isolamento”. Il suo esempio, basato sul firewall cinese, è sicuramente quello più inerente, considerando che lo stesso rende possibile una vasta copertura sulla panoramica dell’informazione cinese. I punti router sono gestiti a tal punto da utilizzare blocchi e filtri su precisi siti web e su parole chiave che vengono reindirizzate all’interno del traffico web per non permetterne la visione ai cittadini. Questi firewall possono essere eventualmente “raggirati” da VPN che consentono di compromettere la localizzazione dei computer utilizzati per le ricerche e per permearsi dall’azione dei filtri. Proprio nel caso della Cina, la pena per chi aggira queste limitazioni può anche essere il carcere.