a cura di Sara Novello
Un voto di fiducia a Theresa May il giorno dopo aver respinto il suo accordo Brexit. La Gran Bretagna continua a sorprendere, mentre Jeremy Corbyn non è riuscito nel suo intento di dare il via a una elezione generale. La mozione di sfiducia dei Labour, presentata martedì sera, si é frantumata contro i 325 voti a favore di Theresa May (306 a sfavore). Immediatamente la premier ha rilasciato un’ intervista in cui invita i leader di tutte le forze politiche a discutere della Brexit confermando la dichiarazione al Parlamento lunedì prossimo per esporre i suoi piani circa l’abbandono dell’Unione Europea.
In difesa di Theresa May si é schierato il sottosegretario all’ambiente, Michael Gove, lodando la “leadership ispiratrice” di maggio e attaccando Corbyn su una vasta gamma di questioni, dall’antisemitismo alla politica estera.
Nonostante la umiliante sconfitta subita martedì sera – il margine di 230 voti contro il suo accordo sulla Brexit è stato il più grande nella storia parlamentare moderna – May ha ottenuto il voto di fiducia dimostrando che un nuovo accordo per non lasciare il paese nel caos può ancora essere fatto.
Se fosse passata la mozione i parlamentari avrebbero avuto 14 giorni per creare un governo alternativo che potesse ottenere la maggioranza nella Camera dei Comuni, in alternativa si sarebbe scatenata un’elezione generale.
Ad oggi tutte le opzioni sono sul tavolo, come quello della campagna per un secondo referendum o il far slittare al 2020 il tanto attesa accordo con l’ Europa che si é dimostrata più che benevola con la capricciosa ma ricca Inghilterra.