La strage al mercatino di Natale a Strasburgo provocata, pare, da almeno un soggetto segnalato con fiche “”S”, dimostra ancora una volta il valore del percorso più volte sottolineato, tra criminalità comune, carcere e radicalizzazione seguito da immigrati anche di seconda e terza generazione. Il presunto autore della strage, Chekatt Chérif, era infatti un criminale comune condannato per ben 20 episodi legati a reati minori che, durante il periodo di detenzione, era entrato in contatto con elementi già indottrinati e dediti al proselitismo tra le sbarre. Il soggetto, inoltre, secondo il quotidiano tedesco “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, era anche destinatario di un decreto di espulsione.
Premeditazione dell’attacco?
E se alcuni politici d’Oltralpe stentano a bollare la strage di Strasburgo come di matrice terroristica, il rinvenimento in uno dei domicili del 29enne di fucili, munizioni e granate, dovrebbe rappresentare una sorta di prova definitiva in tal senso. In primo luogo la detenzione e il rinvenimento di tali armamenti indicherebbe una probabile premeditazione dell’attacco ma, soprattutto, il pericolo di un’azione più complessa in preparazione con altri complici. La polizia francese, infatti, si era presentata martedì mattina al domicilio di Chekatt in rue d’Epinal 5, allo scopo di interrogarlo in merito alla partecipazione a una rapina con omicidio. Il 29enne, nativo di Strasburgo ma di origini maghrebine, probabilmente avvisato dell’inaspettata visita, si era reso irreperibile ed è presumibile che, armato di arma automatica e coltello, abbia voluto mettere in atto una sorta di piano “B”.
Ferito un giornalista italiano: è grave
Dopo aver raggiunto il centro città affollato di turisti, ha iniziato a percorrere per ben 20 minuti strade e vicoli addobbati per le feste natalizie colpendo a caso tutti coloro che gli si frapponevano, compreso un militare impegnato nell’operazione “sentinelle”, rimasto ferito. Il triste bilancio del folle raid è di quattro morti e 11 feriti, tra i quali sette versano in gravi condizioni. Tra questi un giovane giornalista italiano, Antonio Megalizzi, raggiunto da un colpo alla testa. Fuggito in taxi dal centro città, Chekatt ha fatto perdere le proprie tracce scatenando una caccia all’uomo tutt’ora in atto.
Secondo alcune fonti, le cui rivelazioni sono tutte da confermare, nella disponibilità di Chekatt Cherif ci sarebbero alcune armi sottratte alla polizia durante i disordini di sabato scorso a Parigi. La tesi potrebbe trovare parziale conferma dalla visione dei filmati, disponibili in rete, nei quali si evidenzia che ad assaltare gli automezzi lasciati incustoditi dagli agenti, sarebbero stati gruppi di giovani provenienti dalle banlieues della capitale francese e non i partecipanti alla manifestazione ufficiale dei Gilet jaunes. L’inquietante particolare potrebbe mettere in luce anche, in questo caso senza sorpresa, il collegamento tra le masse di sostegno sotterraneo al terrorismo islamista e gli operativi dei network islamisti.
I sostenitori dell’Isis festeggiano l’attacco
Sui canali Telegram pur non rivendicando la paternità dell’azione, i sostenitori dell’Isis hanno festeggiato l’attacco rivolgendo ulteriori minacce all’Occidente in occasione delle prossime festività.