La Polizia di stato con la collaborazione del Nocs, le teste di cuoio, hanno arrestato questa mattina a Milano il 22enne egiziano Shalabi Issam Elsayed Elsayed Abouelamayem, ritenuto un membro attivo dello Stato islamico. L’operazione, denominata “lupi nel deserto”, è giunta al termine delle indagini scaturite a seguito di una notizia di intelligence che segnalava, all’interno del gruppo “Khilafah news Italia”, sulla piattaforma WhatsApp composto da militanti islamisti, un partecipante che utilizzava un’utenza italiana. Dagli accertamenti effettuati si è giunti a identificare l’utilizzatore dell’utenza che risiedeva da clandestino tra Teramo e Milano.
“Sono pronto a fare la jihad”
I servizi di osservazione e pedinamento del soggetto hanno consentito, non solo di confermare la validità delle ipotesi investigative, ma anche di evidenziare la pericolosità del 22enne. Nel corso delle conversazioni intercettate con gli altri indagati, avrebbe ammesso di essere un “lupo solitario”, pronto a “combattere” e a “fare la jihad”, asserendo di aver ricevuto un addestramento militare. Le intercettazioni telematiche hanno permesso agli inquirenti di recuperare numerosi file audio scaricati dal giovane, gran parte dei quali prodotti dal comparto mediatico dell’Isis, contenenti inni jihadisti e sermoni di imam radicali propugnatori di odio nei confronti del mondo occidentale e inneggianti al martirio in nome di Allah.
https://youtu.be/-wgQAeK97ko
Altre due persone coinvolte
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip del Tribunale dell’Aquila con le accuse di associazione con finalità di terrorismo internazionale e istigazione e apologia del terrorismo. Nell’ambito delle indagini risultano coinvolti due connazionali dell’arrestato, un 21enne e un 23enne, quest’ultimo attualmente irreperibile, legati al primo da stretta amicizia e anch’essi interessati nell’attività di sostegno e propaganda del Daesh. Nei loro confronti é stato già adottato il provvedimento di espulsione del ministro dell’Interno. Ulteriori perquisizioni domiciliari e personali sono tuttora in corso in Abruzzo, Lombardia, Emilia e Piemonte.
Le indagini, estremamente complesse e articolate, sono state dirette dalla Procura Distrettuale de L’Aquila, in raccordo con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e condotte dalle Digos di L’Aquila, Teramo, Piacenza e Milano parallelamente ai compartimenti della Polizia Postale e Comunicazioni di Abruzzo e Emilia Romagna. L’intera attività di indagine è stata coordinata Servizio per il Contrasto al Terrorismo Esterno della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione – Ucigos e dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.