Dieci morti e 13 feriti. E’ questo il bilancio provvisorio dell’ennesima strage di cristiani avvenuta in Egitto. Tre autobus che trasportavano pellegrini copti diretti al monastero di San Samuele il Confessore, sono stati attaccati da un commando jihadista armato nei pressi di al Idwah, nel governatorato di Minya. L’attacco contro i fedeli cristiani è stato rivendicato dall’Isis con un comunicato divulgato dall’agenzia Amaq, legata al Califfato, sulla piattaforma Telegram: “Gli autori dell’imboscata tesa a dei fedeli cristiani sulla strada del monastero di San Samuele a Minya sono combattenti dello Stato islamico”.
Il convoglio stava procedendo verso il monastero copto nell’alto Egitto, a 200 chilometri a sud de Il Cairo, quando il gruppo di uomini armati ha bloccato la strada e ha iniziato a sparare raffiche di armi automatiche contro i torpedoni. Uno degli autobus è riuscito a scampare all’agguato grazie alla prontezza di riflessi dell’autista che, uditi gli spari, ha immediatamente invertito la marcia. Il commando degli aggressori si è subito dileguato fuggendo verso le campagne e facendo perdere le tracce. Mentre le ambulanze provvedevano al soccorso dei feriti, le forze di sicurezza hanno rapidamente circondato l’area e iniziato il rastrellamento della zona alla ricerca degli attentatori.
La comunità copta egiziana è ritenuta un bersaglio ottimale per gli attacchi degli jihadisti del Daesh, che regolarmente inflazionano l’area a sud della Capitale egiziana con raid e saccheggi perpetrati contro interi villaggi.
Nel maggio dello scorso anno, altri 28 pellegrini copti, tra i quali numerosi bambini, sono stati uccisi a Minya da uomini armati mentre viaggiavano su un autobus. A dicembre, invece, una chiesa è stata bersaglio di un attentato nel quale 9 persone persero la vita.