a cura di Pin Pin
Questa notte i numeri di telefono e le mail personali di Toninelli e Di Maio sono stati hackerati dalla piattaforma Rousseau. Il temibile Black Hat “rouge0” ha continuato la diffusione di dati carpiti dalla piattaforma elettronica Rousseau del Movimento 5S. Uno stillicidio partito ieri notte con la pubblicazione di alcuni nomi di tabelle del Database di Rousseau, a cui sono seguiti tweet increduli di qualche utente che metteva in dubbio il pieno accesso al DB. In tecnichese si parla di accesso come root. L’hacker ovviamente non si è fatto attendere e ha pubblicato i nomi delle tabelle per le votazioni on line, vero tema caldo e cavallo di battaglia della Casaleggio e del M5S. I dubbi sono stati definitivamente dissipati.
Ma questa notte il colpo grosso
In un leak dei dati su private.bin, l’hacker “cattivo” ha pubblicato i numeri di telefono e le e-mail dei Ministri Toninelli e Di Maio. Su qualche chat qualche buontempone ha inoltre verificato che un Ministro era attivo ieri sera su WA.
Say #pisQAnon to your favorite @casaleggio 's puppet !
… or ask about #Lanzalone , #ILVA , #Ponte #Morandi, #WTF you want.https://t.co/AuQndjIB7y#Rousseau #M5S #Casaleggio#pisQAnon is here#APT0— rogue0 (@r0gue_0) September 6, 2018
Il Garante ha già annunciato provvedimenti che saranno indubbiamente pesanti visto il nuovo GDPR di recente approvazione.
Resta il fatto che il M5S continua ad utilizzare e ad evangelizzare la piattaforma informatica Rousseau, chiamata erroneamente “Sistema Operativo”, che è di fatto un colabrodo. Un vecchio CMS (Content Management System) modificato radicalmente, con un livello di patching evidentemente insufficiente e tecnici che non riescono a stare al passo della sicurezza informatica odierna.
E pensare che l’anno scorso il White Hat (Hacker buono) Evariste Galois, aveva cercato di segnalare le vulnerabilità della piattaforma, entrando in contrasto con il Black hat Rouge0. Di tutta risposta ha avuto perquisizioni dalla Polizia Postale e un processo ancora in corso per presunte violazioni informatiche che, secondo il giudizio di chi scrive, non ci sono mai state.
Chissà se adesso il M5S prenderà in seria considerazione la messa in sicurezza della piattaforma di “democrazia diretta” che ha di fatto portato in Parlamento molti di loro.
E se qualcuno avesse già in passato modificato i dati delle votazioni?