Il caso della nave Diciotti torna a far parlare, ma questa volta il motivo è un altro. Sono infatti 40 persone, tutte maggiorenni, quelle che si sono allontanate dal centro accoglienza che li ospitava una volta scesi dall’imbarcazione. I primi a scappare, facendo perdere le proprie tracce, sono stati in 6 immigrati proprio il giorno del trasferimento (31 agosto) . In seguito, il 2 settembre, sono scappati altri due eritrei destinati alla Diocesi di Firenze. Altre 19 persone hanno fatto perdere le tracce il giorno dopo. Infine, altri 13 migranti si sono dileguati il 4 settembre. Al momento, dunque, i fuggiaschi sono irreperibili e sono in corso indagini e varie verifiche per capire dove possano essersi diretti.
“Si sono già dileguati 40 dei 144 immigrati maggiorenni sbarcati dalla Diciotti e affidati alla Cei o al centro di Messina. Ricordiamo che, per la legge, queste persone hanno libertà di movimento e quindi non sono sottoposte alla sorveglianza dello Stato. Erano così disperate che hanno preferito rinunciare a vitto e alloggio garantiti per andare chissà dove. È l’ennesima prova che chi sbarca in Italia non sempre scappa dalla fame e dalla guerra, nonostante le bugie della sinistra e di chi usa gli immigrati per fare business”, dichiarano i sottosegretari all’Interno, Stefano Candiani e Nicola Molteni.
Dal Viminale fanno sapere che le 40 persone che si sono allontanate si erano limitate a “manifestare l’interesse per formalizzare la domanda d’asilo”. Tutte erano state identificate con rilievi fotodattiloscopici e inserite in un sistema digitale europeo. Inoltre, dal dicastero informano che sono in corso verifiche sul numero esatto delle persone che sono irrintracciabili, perché sembrerebbero essere più di 40.