Durante la notte appena trascorsa, nel pieno centro di Catania, due extracomunitari di origini probabilmente Gambiane, si sono introdotti all’interno di una abitazione civile composta da un nucleo familiare sita al primo piano di uno stabile residenziale. Nell’appartamento i malviventi, vistisi scoperti, ingaggiano una violenta colluttazione con il capo famiglia, Commissario della Polizia di Stato di Catania, il quale a seguito della colluttazione, ha riportato gravi ferite in tutto il corpo, oltre trenta punti di sutura, poiché attinto da un corpo contundente tagliente. Il poliziotto, nonostante le ferite riportate, è riuscito ad arrestare uno dei due extracomunitari, mentre l’altro è riuscito a fuggire.
«Episodi come quello dello spacciatore gambiano, rimesso in libertà dai giudici del Tribunale del Riesame di Milano, perché lo spaccio rappresenta per il tale “unica fonte di sostentamento”, non fanno altro che legittimare quel senso oramai diffuso di impunità, che spinge i malviventi a compiere crimini in maniera indisturbata. Tanto sanno che non avranno conseguenze», é il duro commento di Stefano Paoloni, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia (Sap).
«La scorsa notte i due extracomunitari che si sono introdotti in casa del collega, alla presenza della sua intera famiglia, avrebbero potuto addirittura uccidere. Non tutti avrebbero reagito come ha fatto il collega, arrestandone uno. Eppure ha riportato gravi ferite da taglio su tutto il corpo. Se fosse stata una coppia di anziani? Se ci fossero state donne con bimbi piccoli? Catania – conclude Paoloni – è già una città di per sé in ginocchio a causa dell’emergenza sbarchi, che vede coinvolta la maggior parte degli operatori di Polizia. Ora cosa succederà? Saranno scarcerati perché il furto è l’unica fonte di sostentamento o possiamo sperare in pene severe che fungano da deterrente per episodi futuri?».
Comunicato stampa Sap, Sindacato Autonomo di Polizia