da Eques
Il filosofo Massimo Cacciari, ormai ospite regolare di diverse trasmissioni nel corso delle quali, sovente con atteggiamento di malcelata, ma sempre composta, quanto signorile, insofferenza, verso le scempiaggini che sente profferire dagli ignoranti con cui gli tocca interloquire (certamente non per sua scelta), stavolta ha sorpreso davvero.
E sì, lui, l’imperturbabile sapiente, che dall’alto della sua indiscussa cultura, può permettersi di discettare di qualunque argomento, con non comuni doti di competenza, in questa occasione ha dimostrato una cosa sino ad oggi impensabile … è umano!
E sì, perché l’imperturbabile … stavolta si è perturbato, e non poco.
Forse contagiato dagli esempi che, quasi quotidianamente, dispensano i vari Roberto Saviano ed Asia Argento, stavolta anche il suo noto aplomb è andato a farsi benedire, e anche il Professor Cacciari ha dimostrato di subire l‘influenza dei sentimenti.
Come pervaso da irrefrenabile delirio, non si capisce se di onnipotenza o di onniscenza, messi da parte i consueti toni di decisa ma composta affermazione delle sue opinioni, sempre proposte con i modi del vecchio saggio che dispensa sapienza all’accolita di ignoranti che pendono dalle sue labbra, tira fuori quel che magari potrebbe essere la sua vera natura, e cioè quella di un sanguigno permaloso, che inorridisce al solo pensiero che qualcuno possa non esser d’accordo con lui.
E così, buttando alle ortiche eleganza e signorilità, anche lui scade nel linguaggio scurrile, che tanto lo disturba quando è usato dagli altri affermando, da quel che si legge, che “Chi non s’indigna è una merda”.
Complimenti professore, bella lezione la Sua, la appunteremo nella memoria.
Fermo rimanendo che, riguardo alla questione dei cosiddetti “migranti”, c’è senza dubbio da indignarsi, la domanda però è un’altra: cosa voleva dire esattamente con quell’espressione?
Indignarsi perché il Governo cerca, nonostante l’ostilità dell’opposizione interna, fisiologica, e anche di altri Paesi (o meglio dei loro governanti, per essere precisi, perché magari interpellando la gente, potrebbe non esser neppure così), di far rispettare le Leggi, o perché proprio quelle leggi si debbono calpestare in nome di una fasulla accoglienza, che pretende di ignorarle?
Professore, per entrare in qualsiasi Paese si deve esser muniti di un titolo.
Guardi, tanto per fare un esempio attuale, come funziona in Australia, ma non solo.
Non mi aspetto risposte egregio Professore, che neppure mi interessano, ma solo manifestare liberamente, come ha del resto fatto Lei, il mio pensiero, e come il primo comma dell’art. 21 della Costituzione che, per non essere irriverente non riporto, mi permette di fare.
Comunque grazie per aver dispensato ancora una volta la Sua sapienza, stavolta con modi e forme un po’ diversi dal solito, ma utili però, sono convinto, a meglio poterLa comprendere.