Rispediti in Marocco in tempo record. La Spagna ha respinto 116 migranti che mercoledì avevano assaltato la frontiera a Ceuta entrando illegalmente nel Paese. Secondo El Pais , l’operazione è stata resa possibile grazie a un trattato firmato tra i due Paesi nel 1992.
L’accordo con Rabat
Madrid, dunque, dopo il massiccio assalto del 26 luglio, quando 600 africani entrarono in Spagna, ha ripreso in mano l’accordo e ha contattato le autorità di Rabat. Il Marocco, infatti, si era impegnato a riammettere nel suo territorio, “su richiesta formale dell’autorità di frontiera spagnola”, i cittadini di paesi terzi che entrano illegalmente dal suo territorio. L’accordo, inoltre, stabiliva che entro un massimo di dieci giorni la Spagna rendesse effettiva l’espulsione.
Gli assalti compiuti da gruppi composti anche da 600 persone
Insomma, un respingimento arrivato dopo pochissime ore dall’ultimo assalto nel quale alcuni poliziotti sono rimasti feriti dal lancio di acido e calce viva da parte dei migranti. Una situazione che pare vada avanti da dicembre con assalti alla frontiera portati avanti da gruppi composti da 300 fino a 600 persone. Adesso, però, il governo spagnolo ha dovuto fronteggiare due episodi a distanza di meno di un mese e quindi ha deciso di correre ai ripari.
Il ruolo della mafia
L’accordo con il Marocco, stando a quanto riferito da El Pais, sarebbe stato utilizzato altre volte, ma fino ad ora rimasto segreto. Ma non solo. Il quotidiano riporta anche il contenuto di un rapporto della Guardia civil in cui si sostiene che dietro gli assalti dei migranti alla frontiera di Ceuta ci sia la mafia.