da Eques
Veramente non se ne può più. Dopo aver distrutto, con certosino lavorio che si protrae ormai da decenni, lo stesso concetto di cultura, e che ha portato soggetti privi non già del titolo accademico, ma persino delle minime conoscenze che potrebbero magari sopperire all’assenza del titolo, niente di meno che a sedere sui più alti scranni delle Istituzioni, dopo aver sbandierato che uguaglianza non è, e aver propugnato come unico metodo di contrasto dell’avversario (anche se il termine corretto sarebbe “nemico”) la diffamazione, la propalazione di falsità, e la calunnia, ora si cimentano anche nei meandri del diritto, proponendo loro personalissime, quanto isolatissime, interpretazioni di norme di cui dimostrano assoluta sconoscenza.
Il primo mito da sfatare, propugnato in modo incessante (seguendo pedissequamente gli insegnamenti di un certo Goebbels), è questo per il quale quel che pensa un ignorante abbia pari valore di quel che dice uno specialista (in qualsiasi materia). E cominciamo a mettere dei punti fermi: uguaglianza non significa affatto questo. Come a nessuno dovrebbe venire in mente di mettersi a discutere con un chirurgo su quale sia la corretta tecnica operatoria da adottare, non avendo alcuna conoscenza in materia, altrettanto dovrebbe accadere in tutti gli altri campi. Ai miei tempi, l’esame di diritto costituzionale si preparava su cinque testi (assai diversi da un giornaletto da parrucchiere), per un totale di 2.500 pagine. Oggi, chiunque, in una distorta visione del principio di uguaglianza pretende comunque di interloquire su questioni rispetto alle quali, chi ha titolo per esprimersi, è assai più prudente.
Così per la tragedia del ponte di Genova. Non c’è giornalista o politico (di quelli che ci opprimono con la loro insopportabile e quotidiana onnipresenza, e onniscenza su tutto, che spesso non hanno però neppure conseguito uno straccio di laurea – inutile orpello retaggio di tempi passati a parer loro, personalmente penso perchè non sono riusciti a conseguirla), che non pretenda di spiegarci tutto su tutto. E chi sono costoro? Degli emeriti ignoranti, privi di alcuna competenza, ma tanto superbi e vanagloriosi da esser convinti di dover divulgare la loro inaudita…ignoranza, spacciandola però alla stregua del nuovo verbo. Ma vediamo l’altra questione che sta riempiendo, anche troppo direi, le nostre giornate.
La questione della nave Diciotti. Chi scende in campo, così, tanto per far ricordare a tutti la sua ignoranza, è Roberto Saviano. Ora io mi domando, ma questo individuo, diventato famoso per un libro, peraltro scritto in un italiano assai lontano da quello che una volta si insegnava che, proprio per quel libro è stato condannato, con sentenze passate definitivamente in giudicato, per diffamazione, per aver copiato grandi parti, e aver riempito il resto con menzogne e personali ipotesi, a che titolo si permette di calunniare il ministro dell’Interno? L’accusa di “sequestro di persona” di cui, a suo dire, sarebbe reo il ministro Salvini rivolto da quel tale (tecnicamente definibile come pregiudicato), è la prova diretta che costui parla senza sapere nulla dell’argomento che affronta, ma è anche la prova della volontà offensiva che lo anima, e quindi della sua responsabilità diretta per le infondate accuse che rivolge. Accusare qualcuno di un reato che non ha commesso, configura il reato di calunnia. Il sequestro di persona (art. 605 del Codice penale) si configura quando si privi qualcuno della libertà personale, cosa questa che si è verificata solo nei sogni di questo pregiudicato, e di quelli che traggono (o forse pensano di trarre) beneficio da queste iniziative. Gli ospiti di quella nave sono liberissimi di andare dove vogliono e nessuno, non solo il ministro dell’Interno, gli impedisce di farlo. Dimenticano questi cultori dell’accoglienza indiscriminata (a casa degli altri, ovviamente, e non nella loro), che in nessun paese del mondo si può accedere, se non si è in possesso dei documenti prescritti. E questo lo sanno anche quelli che non si sono mai recati all’estero. Per cui, concludendo, è stato semplicemente proibito di entrare in Italia, perchè come in ogni Paese al mondo, per accedere al suo interno, si deve essere in possesso dei requisiti necessari. Amen.