L’Ilva di Taranto continua a far preoccupare. Il forte vento di questi giorni ha fatto disperdere le polveri provenienti dai parchi minerali dello stabilimento, creando molta preoccupazione tra i cittadini. Una tromba d’aria ha colorato il cielo di rosso, lo stesso colore delle polveri disperse.
Win day
Il peggio arriva con il cosiddetto ‘wind day‘, la giornata segnalata dall’Arpa Puglia che si verifica quando il forte vento spira da nord ovest facendo disperdere le polveri in particolare sul rione Tamburi. In queste giornate di vento forte i valori di pm10 possono superare la soglia dei 25 microgrammi, arrivando anche a 50, per metro cubo. Ció che desta preoccupazione sono le nano particelle di Ipa e diossine che vengono emesse dalle cokerie e dall’agglomerato. Questo comporta un coprifuoco per i soggetti a rischio, quindi cardiopatici, asfittici, anziani e bambini. Per loro, solo prima delle 8 o dalle 12 alle 18 è consigliato fare attività sportiva all’aperto. Le foto che si vedono in Rete spaventano molto e danno un’idea chiara di cosa sta passando la città pugliese.
Il vicepremier, Luigi Di Maio, sta lavorando sulle sorti stabilimento e ha definito la zona dell’Ilva “un paesaggio industriale di fine 1800, inquietante, con nubi di polveri rosse che si spostano”. E poi ha sottolineato come questa vicenda vada sistemata.
La preoccupazione del Cocer Marina
A preoccuparsi della situazione di Taranto è anche il delegato del Cocer Marina che sente il dovere di esprimere alcune considerazioni rispetto alle questioni ambientali che hanno coinvolto per l’ennesima volta la città di Taranto a causa del forte Maestrale.
“A Taranto, come è noto, vi è una fortissima presenza di cittadini militari. Molti di questi non credono più agli impegni solenni assunti dai Governi per conciliare l’ambientalizzazione della città e la presenza dell’industria pesante – scrive in una nota il delegato Antonello Ciavarelli- La credibilità è diminuita via via che si sono susseguite le leggi Salva Ilva. Taranto è una zona franca non vi è più un responsabile per le morti causate dall’industria. Quindi- spiega- il militare e la sua famiglia, come tutti i cittadini di Taranto, rischia la vita, senza che vi sia un responsabile dei vari danni subiti alla salute”.
Nella nota continua spiegando il caso della Guardia Costiera che è “ancora più paradossale”. Secondo il Co. Ce.R “da anni i Consigli di base, intermedi e centrale della rappresentanza dei militari, attraverso delibere chiedono tutela per la salute e lo spostamento del personale impiegato nella caserma sita nel porto industriale a pochi metri dalla movimentazione dei minerali in piena area SIN”. Ciavarelli parla anche di come la scorsa legislatura sia stata molto incisiva l’attività di un preciso movimento politico per la tutela non solo dei cittadini in generale, ma in particolare dei militari della Guardia costiera. “Oggi che vi sono ministri della Difesa, delle Infrastrutture e Trasporti e del Lavoro dello stesso movimento vi è molta aspettativa. Però non si riesce a comprendere perché l’azione volta a tutelare la salute è rimasta in stallo come per i Governi precedenti”, scrive il delegato secondo cui “l’attività governativa non è più credibile. Ormai anche i bambini capiscono che non vi è più possibilità di ambientalizzazione” .
Il delegato sottolinea poi come a “Genova con la chiusura dell’area a caldo i militari e le famiglie, oltre la popolazione civile, hanno ripreso a respirare senza alcun danno per l’occupazione. Non si comprende qual è il timore”. Ciavarelli continua poi spiegando come il Cocer negli ultimi anni abbia fattivamente contribuito alla riduzione del personale militare di 30.000 colleghi senza danni per i posti di lavoro: “Ciò a dimostrazione che quando vi è la volontà e la capacità di trovare soluzioni tra sindacati, governo e cittadini tutto è possibile”, aggiunge. “Inoltre a difesa del personale – sottolinea il delegato – i vertici hanno dimostrato preoccupazione al punto da disporre che nelle giornate di ‘wind day’ i militari della Guardia Costiera operino con dispositivi di protezione quasi come se ci si trovi su Marte”.
Nella nota Ciavarelli continua: “Come non ci si riesce a spiegare a chi giova il disastro sanitario e ambientale che si vive nella città. Per noi la tutela della salute del personale e delle rispettive famiglie e la sicurezza sul lavoro sono la priorità. Per il futuro non lasceremo nulla di intentato e sono sicuro che ciò avverrà con la condivisione dei nostri vertici, cosi come fino ad oggi è stato”, ha concluso.