di Valentino di Giacomo per Il Mattino
«Ne siamo sicuri, quando siamo andati via non c’era più nessuno in acqua». A parlare sono due giornalisti: Nadja Kriewald della tv tedesca N-tv e Emad Matoug freelance libico. I due reporter erano sulla motovedetta libica che ha prestato i soccorsi al gommone naufragato ieri notte, ma sostengono che quando le operazioni di salvataggio di 158 persone sono terminate non era rimasto più nessun corpo in mare. Quando è giunta la chiamata dei soccorsi, erano le 22.10 di lunedì sera, si sono uniti all’equipaggio della motovedetta libica partita dalla base di Abu Sitta, a Tripoli, per approntare i salvataggi a circa 80 miglia dalle coste libiche. Kriewald non immaginava che dopo poche ore si sarebbe ritrovata il corpo di un bimbo di due anni morto tra le sue braccia. È certa però che quando la motovedetta ha ripreso la rotta non c’erano altri salvataggi da effettuare e, per provare la sua testimonianza, la reporter tedesca sostiene che il cameraman che era con lei ha ripreso tutte le fasi dei soccorsi, compresi gli ultimi minuti quando in mare non c’erano altri corpi. Il reportage, con tutte le immagini raccolte, sarà trasmesso il prossimo venerdì sull’emittente tedesca N-tv. A bordo della Open Arms c’era invece Erasmo Palazzotto, deputato di Liberi Uguali, che ha assistito ieri mattina al recupero di tre corpi: una donna ritrovata viva e una mamma deceduta insieme al suo bimbo di circa 3 anni.