Un nuovo braccio di ferro si prospetta all’orizzonte. Un barcone carico di 450 persone naviga al largo delle coste maltesi con la prua diretta verso l’Italia.
Dalle 4,30 di questa mattina, il natante è stato segnalato nella zona Sar di competenza del governo di Malta al Maritime Rescue Coordination Center italiano che ha provveduto immediatamente ad allertare l’isola. L’autorità Sar maltese comunicava l’assunzione del coordinamento delle operazioni di soccorso, prospettando l’invio di un’unità che individuava l’imbarcazione alla deriva in acque di propria competenza confermando, quindi, la disponibilità di assetti navali per un’eventuale cooperazione nel soccorso. Questo pomeriggio, inoltre, la Farnesina ha formalmente chiesto a Malta di prendersi carico della nave, ottemperando con urgenza alle proprie responsabilità in materia Sar e individuando il porto di sbarco nel territorio dell’isola.
Al momento nessuna operazione di soccorso risulta essere in atto e il ministro egli Interni, Matteo Salvini, preso atto che il barcone punta verso le coste della nostra Penisola, ha voluto, per l’ennesima volta, ribadire che i porti rimarranno chiusi.
Nel frattempo, dal primo luglio sono 591 i migranti sbarcati sulle nostre coste. Tra questi il maggior numero sono di nazionalità tunisina, mentre i rimanenti sono arrivati da Eritrea, Sudan, Nigeria, Pakistan, Iraq, Algeria, Mali e Guinea. Come spesso evidenziato, l’unica provenienza da una zona di guerra è quella dei profughi iracheni, il cui numero di sbarcati, 675 unità, si scontra con la netta maggioranza di migranti economici, destinati, si spera, a un pronto rimpatrio. In ogni caso, rispetto allo scorso anno, nel periodo da gennaio a luglio si è registrato un drastico calo dell’80,16% del numero complessivo, mentre si riscontra una diminuzione dell’85,99% di arrivi dalle coste libiche.