a cura di Marco Rocco
Nel totale silenzio dei media italiani, ieri la Corte Suprema di Madrid ha condannato la Spagna per aver contravvenuto agli impegni presi con l’Ue in tema di ripartizione dei migranti da Grecia ed Italia. Un segnale fortissimo che non fa che dimostrare – pur con modi inutilmente rozzi da parte del governo – come il corrente governo italiano abbia perfettamente ragione nel voler pretendere la redistribuzione in quota di parte dei migranti, come concordato a Bruxelles.
La genesi del problema
Piccolo excursus per spiegare la genesi del problema: nell’ottobre 2015 l’Ue concordò con i vari Paesi dell’Unione la ripartizione percentuale dei migranti in arrivo sulle coste greche ed italiane, riservando ad ogni paese una quota parte di dette “risorse”. Tali quote erano e sono obbligatorie. Quello che è successo dopo è invece molto differente: semplicemente tutti i paesi Ue, con la notabile eccezione di Malta, hanno accolto nei loro Paesi meno, in diversi casi molti meno, migranti italiani e greci rispetto a quanto concordato. In particolare la Francia, che impunemente ha addirittura chiuso porti e frontiere per evitare che ne arrivassero, e la Spagna, con una impostazione criptofascista quanto meno negli atteggiamenti tenuti a Ceuta con i migranti locali tenuti a bada con proiettili di plastica, hanno entrambi accolto nei loro rispettivi paesi solo una quantità risibile di immigrati greci ed italiani.
Dirompente il fatto che la stessa Svizzera, che è fuori dall’UE, abbia accettato nel periodo tra ottobre 2010 a fine maggio scorso, più migranti di Francia o Spagna provenienti dalle frontiere esterne. Addirittura nel solo 2018, dati al 11.6.2018, Berna ha accolto più migranti di Francia e Spagna assieme.
Le motivazioni del volontario sforamento delle quote di migranti: un piano preciso
Bisogna quindi ragionare sul motivo di siffatto comportamento, chiaramente fuorilegge, visto che non si sono rispettati precisi accordi dell’Ue aventi forza di legge (eh sì, bisognerebbe far notare tale aspetto a Berlino, anche i tedeschi evidentemente non sono così “corretti” come vorrebbero farci pensare).
Vista l’entità e la diffusione del volontario sforamento nelle quote di accettazione di migranti, in primis della Francia, che predica “a parole” il buonismo dell’accoglienza per poi fare il perfetto contrario ed addirittura chiamando “lebbrosi” gli italiani per aver semplicemente detto basta ad un abuso generalizzato del diritto Ue, tutto porta a pensare ad un piano preciso.
Ossia, evidentemente tutta l’Europa riteneva che l’Italia non avrebbe mai reagito: un po’ per passività, per via di un governo precedente (in quota PD) che ormai possiamo tranquillamente dire che non ha fatto nello specifico gli interessi dell’Italia, visto che quanto viene oggi richiesto da Salvini & Co. poteva ben essere fatto dai predecessori, un po’ per mancanza di appoggi, visto che senza l’appoggio logistico, politico e militare di Trump il meccanismo innescato del governo giallo-verde sarebbe rimasto un sogno.
Notasi che non parlo del gran rifiuto nel concedere permessi di attracco alle Ong, che anch’esse abusivamente andavano a raccattare i migranti addirittura dentro le acque territoriali della Libia per poi portarli quasi esclusivamente in Italia, ma piuttosto nel non disinnescare tutte quelle prassi supinamente accettate dai precedenti governi italiani atte a fare in modo che gli accordi Europei venissero implementati a danno dell’Italia (e parallelo guadagno ad es. francese e spagnolo).
Ma, aspetto più importante, quale era il fine dell’Ue nel riempire l’Italia di disperati?
Purtroppo il macroscopico abuso dimostra che probabilmente il fine dell’Unione era di destabilizzare l’Italia, ricordando che storicamente i migranti sono stati un’arma di guerra, vedasi il caso storico del crollo dell’Impero Romano, causato proprio dall’enorme afflusso di genti dall’est in cerca di risorse per sopravvivere, i cosiddetti predoni dell’est, che poi grazie al raffreddamento planetario poterono superare i grandi fiumi centro-europei divenuti ghiacciati per poi calare verso Roma. Fa specie proprio la chiusura delle frontiere francesi verso l’Italia, quasi una dichiarazione di belligeranza quanto meno socio-economica (oltre ad un ex presidente del consiglio italiano – Enrico Letta – che lavora per l’università dei servizi segreti francesi). Ed evitiamo per favore di raccontare la favola dei migranti che pagano le pensioni degli italiani: in assenza di crescita, se non c’è lavoro come oggi è il caso nella Penisola, con una disoccupazione giovanile di circa il 40%, l’arrivo di migranti praticamente tutti di giovane età può solo provocare il crollo dei contributi versati all’Inps sostituendo i lavoratori italiani con forza lavoro a stipendio più basso (ossia con minori contributi versati, visto che sono in %). Oltre a costare circa 6 mld di euro annui ai contribuenti residenti, più i costi supplementari di welfare e ordine pubblico, ossia – stima – ca. 7-8 mld di euro annui, a fronte di un sussidio Ue di poche centinaia di milioni.
Ipotesi sul progetto di destabilizzazione dell’Italia
Sul perché l’Italia sarebbe dovuta essere destabilizzata possiamo azzardare solo ipotesi, la cui correttezza dovrà essere verificata. Certamente l’Italia è ancora molto ricca, di aziende, risparmi e risorse. Dall’altra ha una posizione geografica invidiabile ed unica per l’accesso ed il controllo di Nordafrica, Medio Oriente e Mediterraneo. In ultimo, vista anche la recente forte contrapposizione di interessi tra Usa ed Ue, va ricordato come il forte ed intenso legame con Washington di Roma sia da sempre un’ostacolo all’emancipazione Europea dal potere globale anglosassone, che non solo ha vinto la seconda guerra mondiale, ma che nell’Ottocento addirittura forgiò la quarta potenza europea con l’obiettivo di destabilizzare gli imperi continentali.