La polemica non è di poco conto. Nella giornata di ieri, alcuni giornalisti del canale RaiPd24, scusate il refuso, Rainews24, hanno indossato la maglietta rossa per solidarizzare con l’iniziativa di sostegno all’immigrazione clandestina voluta da alcune associazioni apertamente legate alla sinistra.
La cosa sarebbe passata inosservata se i giornalisti avessero indossato la maglietta rossa al di fuori degli orari di un servizio che, ormai, definire “pubblico” è una bestemmia contro l’intelligenza dell’utente. Ma questi indomiti sostenitori della dottrina del buonismo da Rolex, hanno inteso lanciare un messaggio strettamente politico ai telespettatori che assistevano ai servizi mandati in onda in loop dal canale informativo della televisione “pubblica”.
E di certo non è servito il comunicato del cdr di Rainews – Usigrai e Fnsi che, anzi, ha rincarato la dose del servizio ad alto costo (quello del canone) dichiarando che “essere servizio pubblico significa incarnare un ruolo importante nella nostra democrazia…alcuni giornalisti di RaiNews24 non hanno indossato divise di partito, ma hanno aderito invece ad iniziative di solidarietà in difesa dei diritti umani”, sorvolando sul fatto che, guarda caso, l’iniziativa è stata voluta dalla sola opposizione all’esecutivo in carica e, a fronte del numero irrisorio ma ben pubblicizzato dei partecipanti, il canale Rai ha fornito aggiornamenti continui sulla manifestazione alternati a servizi su migranti e migrazioni, interotti da pubblicità ad hoc inserite nel palinsesto.
A ricordare ai vertici del cosiddetto servizio pubblico quali siano state le infrazioni ai regolamenti interni e, ancor più, alla deontologia professionale, è stato il deputato della Lega Alessandro Morelli, presidente della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni che ha definito l’iniziativa “vergognosa e deontologicamente imbarazzante per i giornalisti che la compiono, abituati in una Rai ultrasinistra a fare il bello e il cattivo tempo. Fanno finta di non sapere che il servizio pubblico deve essere super partes. Non sono nella sede Arci, ma hanno la fortuna di lavorare grazie al canone pagato dai cittadini e ne approfittano nello strano silenzio delle loro direzioni. Non appena istituita – conclude Morelli – chiederemo urgentemente conto alla Commissione parlamentare di Vigilanza Rai affinché assuma tutti i provvedimenti disciplinari del caso”.
E nel quadro di un servizio televisivo avviato a incarnare la più becera forma di partigianeria, è appena un dato di cronaca il rilevare che il Pdla7, scusate ancora il refuso, il TgLa7 delle 20 di ieri sera, sia stato condotto da un’avvenente giornalista che indossava una casuale camicia rossa. Ma la rete di proprietà di Cairo, non de Il Cairo ma ci siamo quasi, ci ha abituati a spettacoli ben peggiori nell’ambito di un’accesa rivalità tra canali pubblici e privati tesa a guadagnarsi il consenso dei più biechi e noti speculatori attivi nell’ambito del sostegno all’immigrazione di massa. Telekabul è tornata.