Pubblicata sul profilo Facebook il 29 giugno 2018
Davanti ai tentativi di mobilitazione dei musulmani e di strumentalizzazione “politicheggiante”, messa in cantierei contro di lei e l’attuale governo, reo secondo costoro di razzismo, xenofobia e islamofobia e quant’altro di nefasto…..ritengo, in quanto italiano di religione musulmana, siano opportuni dei chiarimenti per il suo futuro operato; anche in merito all’invito fatto in precedenza su questa bacheca ai miei fratelli e alle mie sorelle, nella fede, di immettere elementi di spiritualità negli affari correnti di questo mondo, che sono tutt’altro dalla “militanza” in uno schieramento.
Se, infatti, il diritto alla propria liberta di culto é sancito nella nostra Costituzione e dalla realtà inoppugnabile di pluralismo religioso che ormai contraddistingue anche la società italiana, non si può sottacere che in Italia sono in molti a nutrire diffidenza e preoccupazione nei confronti dell’Islam e dei musulmani per via del terrorismo, di un radicalismo ghettizzante, di illegalità e abusivismi vari. Tuttavia, molti sono anche i musulmani d’Italia disponibili a partecipare maggiormente alla coesione nazionale e – cogliendo le novità positive di questo governo – contribuire ad un raggiungimento di una intesa con lo Stato e la società italiana che consenta, in confermità con le leggi, quei diritti collettivi del culto.
Uno dei primi nodi da sciogliere, penso, sia quello di non sovrapporre le complesse problematiche dell’immigrazione (in special modo quelle degli ultimi anni) a quelle sorte con la presenza della consistente minoranza islamica in (e di) Italia. Per diverse ragioni la separazione tra Stato e religione, cardine della laicità su cui ruota tutto il nostro ordinamento, ha invece determinato, nella repentina crescita delle varie “comunità” islamiche, una serie di criticità. Il rapporto tra lo Stato e organismi di rappresentanza della “minoranza islamica” è sempre avvenuto sulla base della legislazione sui “culti ammessi” legata ad una visione del secolo scorso. Questo ha favorito quel che si può definire come una sorta di “clericalizzazione” dell’Islam, del tutto alieno all’autentico messaggio dell’Islam. E che ha escluso quel ruolo prezioso dei componenti intellettuali della intera minoranza islamica (e soprattutto un ruolo della componente femminile). L’islam è laico, non prevede la divisione tra ecclesiastici e laici. La figura dell’imam invece viene spesso equiparata a quella vescovile della Chiesa cattolica. Trascurando di soffermarmi sul livello di taluni “imam”, ( e dell’insegnamento che possono impartire ai ragazzi!), mi preme sottolineare come da ciò siano scaturite o quantomeno.. non sono state affrontate varie questioni come: A) la scarsa democraticità negli organismi islamici che non permette il ricambio e la selezione di una leadership adeguata al contesto; B) una insufficiente trasparenza nei bilanci; C) la mancanza di una vera amalgama fra le comunità con la relativa frantumazione su fattori etnici causata da una ridotta capacità linguistica della lingua italiana; D) privi di strumenti mediatici non si può non registrare un devastante deficit di comunicazione dei musulmani con l’insieme della società italiana.
Bisogna essere reciprocamente, noi e lei Ministro, consapevoli che deve essere sviluppato l’Islam d’Europa, che sappia essere in grado di discernere tra ciò che costituisce l’autentico messaggio religioso dell’Islam e ciò che invece fa parte di culture locali, consuetudini e modi, retaggio dei paesi di provenienza, abbigliamento incluso, ma che hanno poco a che fare con l’essenza dell l’Islam. Occorre contrastare con efficacia pareri, avvisi anacronistici fra il ridicolo e l’inquietante che vengono diffusi sui social media. Non sono così ingenuo da pensare che tutte le cose andranno a posto, ma neanche così cinico da sottrarmi all’impegno…..e tutto sta poi nella volontà dell’Altissimo.
Con i miei piu distinti saluti.