“Il Governo italiano è terribile e schifoso. Lega e M5S mettono insieme bigottismo e incompetenza a livello inusitato”. Apre così il New York Times, con le parole del giornalista Roger Cohen, nell’articolo ‘Applauso al terribile governo italiano’. E’ una stoccata dura quella del giornale statunitense che non si sforza di nascondere il disappunto nei confronti del nuovo esecutivo italiano.
“Sono un branco di miserabili sollevati dalla marea antiliberale globale”, ha scritto ancora Cohen che non si è fermato alle offese, ma ha fatto un paragone con il Presidente americano Donald Tump scrivendo come Di Maio e Salvini siano “nella pista giusta e per questo hanno vinto, proprio come Trump ha intuito la rabbia che stava filtrando e che troppi liberali avevano ignorato”.
Un’altra frecciatina al Tycon e al Governo italiano. D’altronde è risaputo l’antagonismo che c’è tra il giornale newyorkese e Trump. Se si volesse fare un po’ di ironia potremmo dire che negli ultimi due anni le penne dei giornalisti della 242 West 41st avranno preso fuoco a forza di scriver male del presidente americano.
In ultimo, Cohen ha tenuto ad evidenziare un altro punto.”Non mettere Paolo Savona al ministero delle Finanze è stata una manovra intelligente. Questo non solo ha salvato la coalizione, ma ha rafforzato la democrazia”.
Scherzi a parte, il parallelismo 5Stelle-Trump, non sembra essere però così peregrino. Quando Donald Trump, magnate plurimiliardario, ha vinto le elezioni ed è diventato Presidente, ha lasciato il segno. Un uomo, non particolarmente istruito, con molti soldi e considerato la voce del ‘popolo’ infuriato, aveva avuto la meglio su Hillary Clinton. Lei, donna di potere, ex first lady, e da sempre in politica, sembrava essere la preferita. Non è stato così e non è stato così nemmeno in Italia. In un certo modo la scalata del M5S sembrerebbe essere la stessa del Tycon, ma in versione light. Non è lo stesso per la Lega, che comunque ha una storia più radicata nel nostro Paese, seppur con il tempo un pò modificata.
Detto ciò il Governo del cambiamento non è ben visto all’estero ma forse, per il Nyt è molto più di una semplice antipatia quella che ha nei confronti di governi definiti ‘populisti’ e meno liberali.
D’altronde, anche se non sono state usate le stesse parole, dopo la vittoria di Viktor Orban in Ungheria la redazione newyorkese aveva scritto: “How Viktor Orban Bends Hungarian Society to His Will”.
Quella del New York Times non è la prima voce contraria al nuovo governo italiano. Oltre ai giornali nostrani, ci avevano pensato già quelli tedeschi e francesi. Ma, visti i continui cambiamenti e visti i volti nuovi che siedono sulle poltrone del potere, non resta che dire ‘staremo a vedere’.