Cinque italiani e sette cittadini svizzeri, appartenenti all’organizzazione African Adventure Groupe, sono stati sequestrati in Camerun da un gruppo di terroristi indipendentisti locali e liberati lunedì dopo un blitz delle forze speciali camerunensi.
A dare notizia della liberazione degli ostaggi è stato il ministero delle Comunicazioni del Paese africano che ha riferito come il sequestro sia avvenuto nella zona di Moungo-Ndor, nell’area occidentale del Camerun, dove sono attivi diversi gruppi anglofoni indipendentisti. Le autorità, inoltre, riferiscono che il raid dell’esercito, oltre alla liberazione degli ostaggi, ha portato alla neutralizzazione di decine di terroristi e al sequestro di un ingente quantitativo di armi, munizioni e sostanze stupefacenti nella disponibilità dei miliziani.
Mistero intorno alla data del sequestro (pare avvenuto lunedì) che, al momento, rappresenta un caso anomalo in relazione ai cittadini occidentali, ma si inquadra in una situazione resa instabile dalle brame indipendentiste della minoranza anglofona del Paese. La recrudescenza di atti violenti è aumentata nelle ultime settimane con sequestri di funzionari amministrativi e attacchi contro le forze dell’ordine.
I nomi dei sequestrati
La stampa camerunese ha reso noti i nomi degli italiani coinvolti nel sequestro lampo, questi si identificherebbero in Enrico Manfredini, Andrea Calderato, Andrea Miliardi, Diego Pontremoli e Gianfranco Brini.
Athos Ghiringhelli, responsabile di African Adventure Group ed organizzatore del tour, ha sminuito l’entità dell’accaduto, parlando di un fermo da parte di un gruppo di miliziani armati che rivendicavano diritti su territorio e che, dopo l’arrivo dei militari camerunensi, ed un “alterco” tra le parti, il gruppo di turisti ha proseguito il viaggio verso il Ciad.
La Procura di Roma ha annunciato l’apertura di un fascicolo d’indagine successivamente alle comunicazioni ufficiali del Ministero degli esteri che informerà i magistrati nelle prossime ore.
La testimonianza di uno dei liberati
“Un gruppo di ribelli, dell’opposizione, ci hanno fermato lungo la strada e ci hanno sequestrato chiavi e passaporti”, ha raccontato Alfredo Eggemann al Corriere del Ticino . Chi erano? “Erano camerunesi di lingua inglese, in contrasto in questa regione con la maggioranza francofona”. E cosa volevano da voi? “Probabilmente non lo sapevano neppure loro. Forse semplicemente farci pesare il fatto che siamo stranieri in terra straniera”. Ma quanto è durato il sequestro? “Credo – ci spiega – in totale al massimo sei ore. Poi ci hanno lasciato andare via e ci hanno ridato tutto. Non ci hanno rubato nulla e non ci hanno fatto del male”. Ma la paura, ovviamente, c’è stata. “Chiaramente erano armati e abbiamo avuto paura visto quel che accade con il terrorismo. Ma non è stato nulla di terroristico e le autorità locali hanno secondo me gonfiato la vicenda per questioni politiche. Siamo stati in contatto con l’Ambasciata e anche loro ci hanno rassicurato”. E siete stati liberati dalla polizia camerunense? “In realtà ci hanno lasciato andare i nostri sequestratori. Quando siamo tornati in libertà abbiamo incrociato, a 5 chilometri di distanza, una pattuglia della polizia che diceva che ci stava cercando. È stato tutto molto strano”.