Il controllo dei doganieri francesi a Bardonecchia non poteva non avere strascichi diplomatici e giudiziari. A fronte della sospensione dei controlli alla frontiera disposta dalle autorità d’Oltralpe, la Procura della Repubblica di Torino, in attesa di una dettagliata informativa da parte della Questura del capoluogo piemontese, ha annunciato l’apertura di un fascicolo d’indagine a carico di ignoti per i reati di abuso di atti d’ufficio, concorso in violenza privata e di violazione di domicilio, in attesa dell’identificazione degli agenti francesi che hanno operato il controllo del nigeriano, sottoponendolo all’esame delle urine per accertare l’eventuale assunzione di droghe.
Da parte sua, il ministro dei Conti pubblici francese, Gèrard Darmanin, ha dichiarato che i “doganieri non hanno fatto nulla di illegale”, pur chiedendo la momentanea sospensione dell’accordo transnazionale in vigore frasi due Paesi, in attesa di un suo incontro a Roma con i Ministri interessati al caso.
Secondo fonti specializzate, l’azione delle Dogane avrebbe palesemente violato procedure e limiti fissati per le competenze operative francesi in territorio italiano, nello specifico l’accordo di Chambery del 1997, quello di Prum del 2005 e quello esecutivo dal 2015 relativo alla cooperazione bilaterale per le operazioni congiunte di polizia.
Ma le polemiche sono tutt’altro che sopite. Se da una parte si critica apertamente l’operato dei doganieri francesi, dall’altra, pur sottolineando il carattere di inviolabilità del territorio nazionale, si parla sempre più apertamente della necessità di un rafforzamento dei controlli sulle rotte utilizzate dai clandestini per varcare i confini e spostarsi indisturbati da un capo all’altro della Penisola. Da numerosi fronti, inoltre, si sollecita anche un maggior rigore nell’osservanza delle leggi anche da parte delle Ong, che, ultimamente, sia nelle rotte marine, sia nel caso specifico di Bardonecchia, hanno palesato il loro reale intento di favoreggiatori dell’immigrazione selvaggia verso il nostro Paese e non quello lecito di soccorritori di malcapitati.