a cura di Sara Novello
Si riapre nuovamente tra Londra e Bruxelles il dibattito sugli accordi commerciali e sull’indipendenza del Regno Unito dalla giurisdizione Europea una volta lasciata l’Unione. Ma il laburista Jeremy Corbyn alla BBC ha dichiarato: “Il discorso del Primo ministro ha aggiunto più confusione sulla strada delle complicazioni”.
May: “Andiamo avanti!”
Theresa May ha avvertito che “nessuno otterrà tutto ciò che vuole” dai negoziati Brexit, ma è sicura che si possa arrivare a un accordo. Partendo dalla speranza del Regno Unito per una futura partership economica con l’Ue, May ha affermato: “Andiamo avanti!”, ribadendo il desiderio della Gran Bretagna di un periodo di due anni di transizione per spianare la strada alle imprese dopo l’uscita ufficiale il 29 marzo 2019. La Premier inoltre, a proposito dell’uscita dal mercato unico, ha sottolineato che “il nostro accesso ai rispettivi mercati sarà inferiore rispetto a quello attuale, ma il Regno Unito non poteva aspettarsi di godere degli onori senza avere nessun onore!”.
“La giurisdizione europea in Uk deve terminare”
Un altro aspetto spinoso riguarderebbe l’influenza sulla Gran Bretagna del diritto dell’Ue. “La giurisdizione europea in UK deve terminare – ha tuonato la Premier – Verrà infatti creato un sistema arbitrale indipendente per le controversie commerciali in sostituzione del ruolo attualmente svolto dalla Corte di giustizia europea. Il Regno Unito potrebbe scegliere di rimanere al passo con le normative dell’UE in settori come gli aiuti di stato e la libera concorrenza, al fine di ottenere un buon accesso” ai mercati, ha detto. “Le banche situate nella City di Londra perderanno il passaporto finanziario di conseguenza il diritto al commercio attraverso l’Ue in mancanza di una approvazione commerciale data paese per paese”.
Il Parlamento si riserverebbe il diritto di approvare i propri regolamenti e finanziamenti nel settore dei medicinali, come ad esempio l’approvazione di un farmaco nonché la partecipazione continua a programmi scientifici, educativi e culturali dell’Ue.
May vuole garantire la continuità dei servizi ferroviari, marittimi e aeronautici e l’accesso dei trasporti ai mercati europei: “Occorre mantenere gli standard normativi del Regno Unito alti quanto quelli dell’Ue per garantire un commercio regolare, la legge del Paese se pur non identica al diritto dell’Unione Europea dovrà ottenere gli stessi risultati!”.
La Commissione europea ha suggerito che l’unica opzione disponibile per il Regno Unito è un modello standard e che, in alcuni settori, nessuno degli accordi con i paesi terzi dell’Ue sarebbe appropriato. A questo, però, Theresa May ha subito ribattuto: “Chiederemo un accordo di libero scambio che copra la maggior parte dei settori dell’economia, ma non accetteremo i diritti del Canada e gli obblighi della Norvegia”.
Le paure di Theresa May
Il discorso ha avuto una reazione positiva da parte dei Ministri del governo conservatore sostenitori di Brexit. Il segretario agli Esteri Boris Johnson ha twittato: “Rimarremo estremamente vicini ai nostri amici e partner dell’Ue, ma dobbiamo essere in grado di fissare la nostra agenda, di fare le nostre leggi e fare affari ambiziosi di libero scambio in tutto il mondo”.
L’ europeista Tory, Anna Soubry, ha invece dichiarato alla BBC che gli elettori avrebbero ragione a mettere in discussione la situazione poiché “la Brexit verso cui ci stiamo dirigendo è molto, molto diversa da quella che ci è stata promessa!”.
Da Bruxelles, il principale negoziatore dell’Ue sulla Brexit, Michel Barnier, ha accolto favorevolmente il discorso della Premier affermando che “ha fornito chiarezza sul Regno Unito che lascia il mercato unico e l’unione doganale”.
Ma il coordinatore della Brexit del Parlamento Europeo, Guy Verhofstadt, non è rimasto colpito: “Theresa May doveva andare oltre le vaghe aspirazioni, possiamo solo sperare che proposte serie siano fatte più in là, pur accogliendo la richiesta di una partnership commerciale importante il Regno Unito non può dettare legge a riguardo”.
In questo discorso molti hanno letto l’insicurezza profonda della premier May che, pur parlando di pragmatismo e buon senso, si contraddice nelle sue affermazioni per cercare di stare a galla riconquistando il controllo rispettando il risultato del referendum. Questo discorso dunque sarà stato sufficiente a convincere i critici che l’ambizione di Theresa May per la Brexit è credibile e realizzabile senza alienarsi i propri parlamentari?