Tra il 9 e il 13 marzo, in occasione delle elezioni legislative dell’11 in Colombia, l’Esercito di liberazione nazionale (Eln) ha divulgato un comunicato stampa, dichiarando di procedere all’immediato cessate il fuoco unilaterale. La mossa, secondo i guerriglieri, vuole rappresentare un segno di rispetto per i cittadini colombiani che esprimeranno la proprie preferenze esercitando il loro diritto di voto.
Proprio in tal senso, il Comando centrale dell’Eln ha voluto ribadire la necessità di continuare nel processo di pacificazione con il governo nazionale anche in considerazione del precedente “cessate il fuoco unilaterale”. Lo stesso Comando avrebbe già richiesto al presidente colombiano, Juan Manuel Santos, di fissare una data per l’inizio del quinto ciclo di colloqui e inviare una sua delegazione a Quito. In quell’occasione tutti i delegati dell’Eln saranno presenti nella capitale ecuadoriana.
Secondo il quotidiano colombiano El Universal, il presidente Santos, in un’intervista sul FM, avrebbe rivelato che in riferimento al processo di pace con l’Eln, le dichiarazioni proposte dal Comando, sono state le più auspicate nell’ultimo periodo. “Il cessate il fuoco sarebbe terminato il 9 gennaio di quest’anno, l’Eln avrebbe dovuto essere coerente con i precedenti accordi, mentre le loro azioni sono risultate totalmente contrarie, e in quelle condizioni di violenza il dialogo difficilmente poteva continuare”, ha affermato il capo dello Stato.
Tuttavia il Presidente ha assicurato che il governo starebbe valutando la veridicità dell’applicazione di quanto stabilito dal Comando Eln e, solamente a posteriori, saranno esaminate nuove iniziative.
Di seguito riportiamo il comunicato stampa integrale del gruppo :
“Con le prossime elezioni del 11 marzo, in segno di rispetto per i colombiani che esprimeranno il proprio voto, l’Esercito di liberazione nazionale ha ritenuto opportuna una cessazione delle operazioni militari offensive, che si terranno tra il 9 e 13 marzo, prossimi. Apprezziamo gli sforzi atti a facilitare il processo di pace, e eseguiti da più parti in Colombia, come in particolare monsignor Urbina, presidente della Conferenza Episcopale della Colombia, il senatore Ivan Cepeda e Alvaro Leyva, e ancora i vari gruppi sociali e di pace, i gruppi della comunità internazionale, i garanti e i cappellani di questo comitato, e Jean Arnault il capo della missione di verifica delle Nazioni Unite. Ricordiamo l’importanza di continuare a procedere con l’agenda concordata a Caracas il 30 marzo 2016, in modo da raggiungere gli accordi, e che le due parti si impegnano a sviluppare nel paese la proliferazione del dialogo pace, attraverso “un esercizio dinamico, attivo, inclusivo e pluralista, che consente di costruire una visione comune della pace, che promuova le trasformazioni per la nazione e le regioni.
In questa direzione il quinto ciclo di colloqui dovrebbe continuare il “Grand National Dialogue” , le cui basi sono state stabilite a partire dalla fine del 2017, negli incontri di Tocancipa, dove avrebbero partecipato centinaia di leaders di tutti i settori e le regioni della Colombia. Questo quinto ciclo dovrebbe valutare l’ultima cessazione, per concordarne una nuova, in cui viene rispettata la bilateralità nei meccanismi di verifica e controllo della cessazione; e l’ accordo dovrebbe interpretare pienamente le due parti.
L’ Agenda dovrebbe continuare a sviluppare con rigore e celerità, nel rispetto degli strumenti e protocolli concordati, un accordo che supera il confronto armato e accetta le trasformazioni nel perseguimento di una Colombia in pace ed uguaglianza. Di conseguenza, con quanto sopra, proponiamo al Presidente Santos di fissare una data per l’inizio del quinto ciclo di colloqui e inviare la sua delegazione di dialogo a Quito. In corrispondenza, nella Capitale dell’Ecuador in questa data saranno presenti anche tutti i nostri delegati”.