Con il 52% di voti e una campagna elettorale focalizzata sul tema dell’immigrazione, Milos Zeman è stato rieletto alla carica di presidente della Repubblica Ceca dopo due turni di consultazioni che non hanno riservato sorprese. Ha vinto dunque la linea anti-europeista e filo-russa di Zeman in un Paese che si è presentato per la seconda volta alle elezioni presidenziali a suffragio universale diretto nella sua storia.
La volontà espressa dallo sfidante Jiri Drahos, candidato europeista e atlantista, di accogliere almeno 2.600 stranieri sul territorio della repubblica centroeuropea, si è scontrata con i timori di un’invasione selvaggia palesati dal rivale Zeman e dalla maggioranza della popolazione del Paese boemo che, in più di un’occasione, ha manifestato il timore di ritrovarsi nella situazione creatasi negli altri Paesi dell’Unione europea nei quali l’arrivo massiccio e incontrollato di clandestini ha provocato forti tensioni sociali.
L’ostruzionismo verso Bruxelles da parte di Zeman è più che comprensibile. La Cechia è un Paese dove il tasso di disoccupazione è al di sotto del 4%, il più basso in Europa e uno dei più bassi a livello mondiale, la criminalità è sotto controllo, l’industria vede aumentare continuamente i suoi fatturati, il Pil è in continua crescita con il 2,5% su base annua, così come il flusso turistico. Ovvia la conseguenza di voler sostenere la linea di una Europa di Nazioni sovrane, limitando i poteri invasivi dell’Unione, opponendosi all’immigrazione e voltando lo sguardo verso la Russia di Putin. E sono proprio queste politiche più che responsabili a fare della Repubblica Ceca un’isola felice nel bel mezzo di un Europa devastata da frammentazioni politiche, crisi economica e da un’immigrazione continua e incontrollata, se non agevolata da politiche irresponsabili e da Ong compiacenti, alla quale non si pone argine.
Con la rielezione di Zeman si rafforza, quindi, il cosiddetto “gruppo Visegrad”, al quale aderiscono anche Ungheria, Slovacchia e Polonia che, opponendosi alle politiche di Bruxelles, appare sempre più come una zattera di salvataggio alla quale sarebbe bene cominciare a pensare ad aggrapparsi.