Sono circa 1400 i clandestini tratti in salvo solo oggi nel Mediterraneo Centrale, in 11 distinte operazioni di soccorso. Lo fa sapere in una nota la Centrale operativa della Guardia Costiera a Roma che spiega di aver recuperato anche due corpi privi di vita. Gli emigranti, stando a quanto riferito dal comunicato, si trovavano a bordo di 7 gommoni e 3 barchini e 1 barcone. Ieri, invece, 40 tunisini sono arrivati a Lampedusa . Una situazione, quella del flusso migratorio, che non accenna a diminuire.
Paesi di provenienza degli immigrati
Nonostante nel 2017 sono arrivate circa 120mila persone, secondo la Fondazione Ismu, primato assoluto del nostro Paese rispetto agli altri Stati europei, i numeri sono ancora elevati e l’emergenza è tutt’altro che risolta. In Libia, da dove parte il maggior numero di clandestini, gli emigranti pronti a partire sarebbero 1 milione. La rotta, quindi, è ancora aperta e l’intervento dell’Italia per frenare il fenomeno appare ancora inadeguato.
Tra i principali Paesi di provenienza figurano Nigeria, Guinea, Costa d’Avorio e Bangladesh, nazioni in cui le ragioni del fenomeno migratorio non sono certamente legate a conflitti in corso né, tantomeno, a persecuzioni politiche-etniche o religiose. Ma il vero boom del 2017 è quello relativo all’ingresso in Italia di nordafricani che avrebbe raggiunto le 15mila unità.
I dati forniti dall’Ismu, la fondazione che si occupa di iniziative e studi sulla multietnicità, non sono certo suscettibili di smentita e mostrano in modo inequivocabile come i continui ed incessanti arrivi sulla nostra Penisola non siano stati in alcun modo frenati delle politiche messe in atto dal Governo uscente.
I dati del Viminale
In questi primi 15 giorni del 2018, stando a quanto si legge sul sito del ministero dell’Interno, sarebbero arrivate 974 persone a cui vanno aggiunte quelle salvate oggi dalla Guardia Costiera che portano a 2374. Una cifra che raggiunge la stima relativa allo stesso periodo dell’anno scorso quando, sempre secondo il Viminale, sono sbarcate 2.393 persone.
Il quadro è sconfortante e, ovviamente, deve essere messo in relazione con un documento del Viminale del 2017, secondo il quale il 35% dei reati perpetrati è ascritto a immigrati. Tale rivelazione conferma uno studio di Confcommercio che pone in risalto come il tasso di criminalità per gli italiani sia di 4,3 ogni 1.000 abitanti, mentre per gli stranieri residenti regolari ammonti al doppio, 8,5 ogni mille. Il dato, se riferito agli immigrati irregolari, sale tra 148 e 247 ogni mille persone.
Rapporto OIM
Ma ciò che preoccupa ulteriormente è l’ultimo rapporto OIM, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, che ha suggerito ai Paesi occidentali di rassegnarsi a questo fenomeno. Secondo lo studio, infatti, gli emigranti internazionali sono 258 milioni. La maggior parte di questi si muove in modo sicuro, ordinato e regolare, ma le Nazioni Unite hanno calcolato che il numero totale di persone intenzionate a migrare, a livello internazionale, è cresciuto del 49% dal 2000, superando il tasso di crescita della popolazione globale del 23%. Di conseguenza, gli emigranti sono passati dal 2,8% al 3,4% sul totale della popolazione mondiale. È probabile che le tendenze demografiche, unitamente a forze quali gli impatti dei cambiamenti climatici, contribuiranno a un ulteriore aumento della migrazione in futuro.
A fronte di questi numeri è inutile nascondere che i dati forniti non rappresentino un problema, anzi, verrebbe da dire “il problema” maggiore per i cittadini italiani, che quotidianamente si trovano a confrontarsi con una realtà che innegabilmente non è la loro e di cui devono farsi carico in nome di un’integrazione che i “nuovi arrivati” non hanno nessuna intenzione di fare loro.