Prima i soldati e adesso l’ambasciata. Prosegue, tra le polemiche, lo ‘schieramento’ dell’Italia in Niger. Ieri, infatti, il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, ha inaugurato la prima legazione italiana nel Paese affidandola all’ambasciatore Marco Prencipe. “Qui abbiamo investito in cooperazione e sicurezza e abbiamo raccolto i frutti – ha scritto su Twitter il Ministro in diretta da Niamey – É la prima ambasciata italiana in tutto il Sahel“.
L’invio di truppe italiane in Niger
Proprio in questi mesi é stato concordato che l’Italia parteciperà all’addestramento dell’esercito locale per combattere il Califfato ma soprattutto per controllare il fenomeno dell’immigrazione, sempre più imponente. Al momento verranno impiegati poco meno di 500 militari con 150 veicoli che saranno schierati nella base francese di Madama per controllare le piste dirette in Libia e attraversate dai traffici migratori illegali.
L’avamposto di Madama si trova in una posizione privilegiata per tenere sotto controllo le piste che utilizzano i trafficanti di esseri umani che attraversano a piedi chilometri nel deserto tra due Stati. La base francese dista 700 chilometri da Agadez e 100 dal confine libico.
Sembrerebbe, quindi, che le risorse italiane saranno impiegate in Niger per controllare i traffici illeciti nonostante sia stato più volte chiesto all’Italia di partecipare alle missioni di combattimento, così come i soldati francesi. Ma proprio il Paese transalpino che gioca in casa, visto il passato colonialista nelle terre sahariane, ha perso non pochi soldati in queste missioni di guerriglia.
La parola al presidente del Consiglio
Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, ha spiegato il motivo per cui l’Italia parteciperà alla missione in Niger motivandola come azione contro “il terrorismo che è andato consolidandosi in questi anni nel Sahel ed è questo uno dei motivi per i quali la missione avrà il ruolo di consolidare quel Paese, contrastare il traffico degli esseri umani e il terrorismo”.
Il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, ha specificato che “non sarà una missione combat: il nostro contingente avrà il compito di addestrare le forze nigerine e renderle in grado di contrastare efficacemente il traffico di migranti ed il terrorismo”. Il Generale ha poi aggiunto che “se schiereremo truppe a Madama dovremmo mettere in conto anche operazioni di combattimento e del resto come può non essere combat un’operazione che deve contrastare terroristi, miliziani e trafficanti armati fino ai denti?”.
Nonostante le polemiche alzate da chi ha criticato sia i costi che l’inutilità di questa missione, la partenza dei militari italiani potrebbe avvenire entro la primavera.