Per 24 ore medici, dirigenti sanitari e veterinari incrociano le braccia. Il temuto giorno è arrivato e sono a rischio più di 40mila operazioni. Dopo tanto discutere, infatti, gran parte delle sigle sindacali hanno aderito allo sciopero nazionale di un giorno.
Per il Sanità day i medici si sono mossi contro l’insufficienza del finanziamento previsto dal Fondo sanitario nazionale del 2018, per l’esiguità delle risorse assegnate ai contratti di lavoro, per i ritardi nella stabilizzazione dei precari e, soprattutto, per le condizioni sempre più difficili in cui versano i lavoratori. Migliaia di rappresentanti del settore, medici e veterinari, sono scesi in piazza a manifestare questa mattina davanti al ministero dell’Economia. Al contempo medici e i dirigenti sanitari delle altre regioni hanno organizzato sit-in di protesta negli ospedali più importanti e con maggiore visibilità. L’hashtag per le manifestazioni è #primadivotarepensaallasalute.
Le organizzazioni sindacali promotrici dello sciopero sono state Anaao Assomed, Cimo, Aaroi-Emac, Federazione veterinari medici, Fassid, Fp Cgil, Cisl Medici, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials Medici e Uil.
La parola ai sindacati
“Cresce il divario tra chi può curarsi pagando e chi no. Ormai si declina il diritto alla salute in base alla residenza e la distanza tra Bolzano e Napoli si può esprimere in 700 km o in 4 anni di aspettativa di vita. È una situazione che la legge di bilancio 2018 nemmeno prende in considerazione”, spiega in una nota il sindacato Anaao Assomed.
Secondo una delle più impegnate sigle sindacali mediche “è chiamato allo sciopero chi vive da anni una condizione lavorativa caratterizzata da mancato rispetto delle pause e dei riposi, milioni di ore di lavoro non retribuite e non recuperabili, ferie non godute, turni notturni ad una età alla quale tutte le categorie, pubbliche e private, sono esonerate. Reperibilità oltre il dettato contrattuale su più ospedali contemporaneamente, aumento dei carichi di lavoro festivi e notturni, progressioni di carriere rarefatte, livelli retributivi inchiodati al 2010 con perdite calcolate fino ai 50mila euro per i giovani e i livelli apicali.
Una stangata senza eguali”. La nota sottolinea poi che ”un’intera generazione di giovani è relegata dopo 11-12 anni di formazione in contratti di lavoro precari e atipici. Nonostante ciò, dopo 8 anni di blocco, non si sente ancora il segnale di inizio per la discussione del contratto di lavoro”.
La protesta dei medici contro il Governo
Una problematica che sembra coinvolgere ogni giorno migliaia di professionisti nel campo e che, a detta dei sindacati, non interessa al Governo risolvere in quanto “le difficoltà del Servizio sanitario nazionale sono evidenti per tutti, tranne che per il governo e i partiti della sua maggioranza che non hanno trovato il modo per finanziare con la legge di bilancio migliori servizi per i cittadini e i costi di un contratto di lavoro fermo dal 2009 “, dichiara il segretario del sindacato Anaao-Assomed, Costantino Troise.
La denuncia di Troise prosegue parlando di “condizioni di lavoro tra le peggiori, in interi ospedali e distretti, tagli di personale e di posti letto, turni senza fine, guardie notturne a quasi 70 anni, nel vuoto di controlli sul rispetto dell’orario europeo di lavoro, con i carichi di lavoro e liste di attesa che crescono al ritmo dei bitcoin costringendo milioni di italiani a rinunciare alle cure non commuovono nessuno”.
La parola del Ministro Beatrice Lorenzin
Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha mostrato la sua vicinanza e ha dichiarato di essere a fianco dei medici italiani evidenziando che ci sono alcuni problemi: uno di questi è quello dello sblocco del turnover “che credo abbiamo seriamente contribuito a risolvere”, dice Lorenzin.
Il Ministro ha poi continuato sottolineando che “con i piani ospedalieri presentati dalle Regioni si è dato il via a migliaia di assunzioni nuove. Ovviamente le Regioni ora devono fare i concorsi, devono farli in tempi brevi perché altrimenti questo lavoro rischia di appesantire e di rallentare”, ha aggiunto.
Per quanto riguarda il rinnovo dei contratti il Ministro ha spiegato che non è un tema che viene gestito in maniera diretta dal ministero della Salute, ma ciò nonostante ha auspicato di riuscire a dare una mano per sostenere i medici in Italia, in primis quelli ospedalieri.