Il 60% dei comuni italiani non ha aderito al programma di accoglienza per i richiedenti asilo promosso da Anci e ministero dell’Interno. Nonostante negli ultimi cinque anni sia cresciuto il numero di comuni aderenti, la quota rimane al 40%. Sono 3.231 in totale, infatti, le amministrazioni che in Italia accolgono i richiedenti asilo. Questo il dato presentato da Caritas e Unhcr nel rapporto sulla protezione internazionale in Italia del 2017.
Maggior parte dei migranti in Italia ha origini nigeriane
Nel 2016 dalla Libia sono partiti 162 mila dei 181.436 migranti poi sbarcati sulle coste italiane. Nel 2017 i numeri sono diminuiti del 30% rispetto allo stesso periodo (111.302 arrivi). Per la maggior parte si tratta di nigeriani (al primo posto con 14mila presenze), seguiti da bengalesi e guineani.
In tutto sono ospitati in strutture italiane circa 205 mila migranti. Negli ultimi anni c’è stata una crescita imponente sia di persone in cerca di aiuto, ma anche di strutture pronte all’accoglienza. Nel 2012 erano 16.844 le presenze nei centri, a oggi sono 188 mila, di cui 34mila negli Sprar, ovvero il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati promosso dal Viminale. Secondo il rapporto della Caritas sono state 123.600 le domande di protezione internazionale nel 2016.
Il profilo del richiedente asilo è sempre lo stesso: maschio, africano tra i 18 e i 34 anni. I dati sulle richieste di asilo hanno registrato un ulteriore incremento nei primi 6 mesi del 2017, il 44% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La Toscana e l’Emilia Romagna hanno più comuni che hanno aderito al programma di accoglienza
Anche la rete diocesana contribuisce accogliendo circa 23mila persone in tutta Italia.
Le regioni che finora si sono dimostrate più disponibili all’accoglienza sono la Toscana e l’Emilia Romagna: l’83% dei comuni toscani ha aderito e il 78,1% quelli emiliani. A livello nazionale l’accoglienza diffusa dello Sprar è presente nel 51% dei comuni con meno di 5mila abitanti.
Milano la città italiana che ha avuto più richieste di asilo nel 2017, in totale 9.274
E’ Milano la città italiana che ha visto depositare il numero più elevato di richieste di asilo: 9.274 pari al 8,4%. Dopo il capoluogo lombardo seguono Salerno, Bologna e Roma.
Ciò nonostante, Caritas informa che questa sinergia tra comuni e Viminale sembrerebbe aver dato i suoi primi frutti perché a beneficiare di questa organizzazione non sono solo stati i richiedenti asilo ma anche le città stesse. Meno sovrappopolamento e più spazio per il reinserimento civile.
Nel rapporto presentato dal direttore di Caritas italiana, don Francesco Soddu, e la delegata Unhcr, Stephane Jaquemet, si parla di 12.171 persone che nel 2016 sono uscite dai centri di accoglienza a termine di un percorso d’integrazione e di inserimento socio-economico. Ci sarebbe quindi un incremento sul dato del 2015 fermo al 29,5% contro il 40% dello scorso anno.
Nel 2016 rimpatriati oltre 5.800 migranti
Anni difficili che hanno segnato la storia dell’Europa. L’immigrazione non è più vista come un fenomeno straordinario bensì come cosa sistematica e inevitabile. D’altro canto i dati parlano chiaro. All’inizio del 2017 gli sbarchi erano arrivati a 83.752 registrando il 19,3% in più rispetto al 2016. A fronte di poco più di 41 mila migranti rintracciati in posizione irregolare, nel 2016 i rimpatri complessivamente adottati sono stati oltre 5.800 contro i 5.200 dell’anno prima.
Problema minori non accompagnati in crescita, solo fino a ottobre di quest’anno già 14.579 bambini sbarcati in Italia
A preoccupare sia Caritas che Unhcr è il continuo arrivo di minori non accompagnati. Infatti, sono 18.491 i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia e accolti in 2.039 strutture. Gli sbarchi continuano e l’ultimo dato registrato è del 25 ottobre di quest’anno in cui risultano 14.579 bambini sbarcati sulle nostre coste. Un dato importante se confrontato a quello di tutto il 2016 dove erano stati 25.846.
Il 93,2% sono minori non accompagnati. La maggior parte di loro proviene da Guinea, Costa d’Avorio, Bangladesh. “Rimangono ancora criticità legate soprattutto all’eccessiva durata della permanenza nei centri di prima accoglienza e all’esiguo numero di strutture dedicate e di posti nello Sprar, nonché alle difficoltà dei Comuni di attivare una presa in carico economicamente sostenibile”, si legge nel rapporto. Nonostante ciò “anche nei confronti dell’accoglienza dei Msna è possibile misurare la sempre maggiore affermazione dell’accoglienza diffusa: se nel 2007 erano solo 36 i Comuni che si facevano carico del problema, nel 2016 si arriva a quota 500: merito anche dell’istituzione di un fondo nazionale voluto dall’Anci e dall’apertura, anch’essa ottenuta dall’Associazione, dei posti Sprar anche per i minori stranieri non accompagnati”.