La scorsa settimana il governo di Cuba ha reso noto ai media locali che provvederà al varo di una serie di misure a beneficio dei circa due milioni di cubani che vivono attualmente all’estero. Le nuove norme entreranno in vigore dal 1° gennaio 2018, come annunciato dal ministro degli Esteri Bruno Rodriguez durante un incontro con la comunità cubana stanziata negli Usa che si è tenuto recentemente a Washngton D.C.
Le precedenti misure risalgono al 2013, quando ai cittadini cubani venne concesso il permesso di espatrio, ovvero della libera circolazione fuori dai confini dello Stato caraibico. Con i nuovi provvedimenti, il governo concederà la cittadinanza cubana a tutti i bambini nati da concittadini all’estero. La residenza sull’isola, dunque, non rappresenterà più un rigido requisito. In questa modo il governo permetterà a tutti i cubani emigrati all’estero di rientrare nel paese senza requisiti preliminari, tipo “habilitacion”. Anche a coloro che hanno lasciato il paese illegalmente sarà permesso rientrarvi, salvo per i soggetti che hanno lasciato la base navale degli Stati Uniti nella baia di Guantanamo, situata a sud-est di Cuba.
Oltre a questa innovazione, il governo cubano permetterà l’ingresso e la partenza dei cittadini residenti all’estero, anche tramite imbarcazioni da “diporto” nei due approdi turistici più importanti del Paese.
Le accuse degli Usa a L’Avana
Queste nuove modifiche, da parte del governo di Cuba, avvengono all’ indomani delle accuse mosse dagli Stati Uniti di presunti attacchi sonori contro i propri diplomatici, evento che ha portato la Casa Bianca a ritirare più di metà del suo personale a L’Avana. Il ritiro dei rappresentanti statunitensi è stato giustificato dalle lesioni che vanno dalla perdita dell’udito, alle vertigini, al mal di testa e ai problemi cognitivi che hanno colpito 21 funzionari a seguito dell’esposizione a probabili “onde sonore” non meglio descritte.
Alcune tra le vittime sono tra quelle impegnate nelle attività dell’intelligence statunitense. Per gli amanti delle Spy Stories, come ipotizzato da un webmagazine statunitense, qualcuno a Cuba sta puntando e colpendo a distanza “orecchie e cervelli” delle cosiddette “spie” degli Stati Uniti.
Dalle segnalazioni pervenute dalle vittime, tuttavia, si deduce che ci sia stato una sorta di “attacco sonoro”, un effetto collaterale di una innovativa tecnologia “celata” per la sorveglianza a distanza.
Attualmente, però, coloro che seguono il caso negli Stati Uniti, non riescono ad inquadrare il fenomeno poichè sia l’ultrasuono (ad alta frequenza) che l’infrasuono (a bassa frequenza) potrebbero provocare quel tipo di “danno fisico” reso noto dal Dipartimento di Stato, facendo trapelare due ipotetiche possibilità (The wider ): una nuova pistola “sci-fi” oppure semplice veleno.