La Corea del Nord si prepara a un nuovo test di lancio di un missile balistico. Questa volta la traiettoria selezionata è, però, ad alto rischio di intercettazione. Infatti, da domani nel Mare del Giappone e nel Mar Giallo avranno luogo le previste esercitazioni militari congiunte tra Seul e Washington guidate dalla portaerei Usa Ronald Reagan che si svolgeranno sino al 20 ottobre.
Nei giorni scorsi, come riportato dal quotidiano sudcoreano “Dong-a Ibo”, un satellite americano avrebbe ripreso alcune immagini di missili balistici nordcoreani che venivano trainati all’esterno degli hangar protettivi e trasportati nella provincia a nord di Pyongyang per essere pronti all’attivazione su rampe. Kim Yong Un sembra pronto a testare uno tra i modelli della vasta gamma nordcoreana che vanno dagli Hwasong-14, codificati in KN20, con una gittata da 6.500 a 10.000 chilometri, agli Hwasong-12 (o KN17) della portata di 3.700 – 6.000 chilometri. Nella prima ipotesi si tratterebbe di un lancio ad alto rischio, tenuto conto della gittata del missile in grado di colpire l’Alaska, ma anche nel secondo caso sarebbe comunque minacciata la base di Guam, nel Pacifico, con ovvie ripercussioni da parte degli Usa.
Gli scienziati militari di Pyongyang non escludono comunque di sperimentare anche il nuovo Hwasong-13, (o KN08) che, potendo essere rifornito da 2 differenti tipologie di propellente, porterebbe la sua gittata da 5500 a 12.000 chilometri.
Gli americani, nei giorni scorsi, non hanno mancato di mostrare i muscoli. Secondo Yonhap, agenzia di stampa sudcoreana, nel porto di Busan sarebbe arrivato il sottomarino nucleare USS Michigan, pochi giorni dopo la partenza di un altro sottomarino nucleare, l’USS Tuscon. Le unità vanno a aggiungersi a quelle già operanti nel mar della Cina, insieme a quelle giapponesi e sudcoreane disposte a difesa dell’integrità territoriale dei due Paesi asiatici dalla minaccia del regime di Pyongyang.