Dopo un sondaggio lanciato qualche giorno fa sulle intenzioni di voto alle prossime elezioni politiche, i 2346 lettori di scenarieconomici.it hanno disegnato un quadro politico sensibilmente differente da quello che emerge dai principali istituti di rilevamento.
A farla da padrone, nell’indice di gradimento dei leader è il neo-candidato (e finora unico ufficialmente designato) Luigi Di Maio che però, rispetto al sondaggio collegato riguardante le liste risulta, e non poco, più debole rispetto al consenso organico del MoVimento Cinque stelle. Subito dopo il vicepresidente della Camera è il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, a guidare la classifica, seguito a distanza dalla vera sorpresa di questo sondaggio: il leader di Casapound Italia Simone Di Stefano che precede Claudio Borghi.
Ricordando come il campione sia notevolmente influenzato dal pubblico di scenarieconomici.it, è comunque possibile tracciare una prima analisi da questo indice dei gradimento: i sovranisti, ad una gran parte di fetta di publico particolarmente attento alla rete, piacciono e non poco. Tra i leader di sinistra, ed è una nuova sorpresa, è avanti Giuliano Pisapia che precede, nell’ordine, la coppia Renzi-D’Alema e Gentiloni. Un segnale chiaro di un certo consenso che monta attorno alla sinistra ormai fuori dal Pd e di una sfiducia crescente verso il principale partito di governo. La recente battaglia contro il Def, la legge di delegazione europea e, giusto ieri, sul Rosatellum bis, a quanto pare è gradita anche al pubblico del portale. Un altro scenario interessante è dato dalle intenzioni di voto alle coalizioni che ai lettori proprio non piacciono. Con quasi cento voti in più rispetto alle preferenze espresse per Di Maio e con una percentuale del 30%, ottima performance del MS5 che tallona la coalizione di Centrodestra, prima in classifica con 789 voti e il 34%, una percentuale che somiglia molto ai sondaggi pre-elettorali diffusi da giornali e tv.
Certo, visti i recenti dissidi tra Berlusconi da una parte e Salvini e Meloni dall’altra non stupisce come una coalizione formata da Forza Italia con Lega Nord e FdI arrivi ad un 12% in meno rispetto alla somma dei tre partiti presi singolarmente. Insomma, le coalizioni non solo piacciono poco ma farebbero addirittura aumentare l’astensionismo. Un risultato, tuttavia, in linea con il DNA dei lettori di scenarieconomici.it: i sostenitori di leader e formazioni sovranisti, infatti, difficilmente sarebbero propensi a smussare i propri cavalli di battaglia all’interno di una coalizioni dove, a farla da padrone, sarebbero comunque forze moderate come Forza Italia.