Il messaggio audio di Abu Bakr al Baghdadi, diffuso solo pochi giorni fa dall’emittente Al Furqan legata all’Isis, pare abbia sortito l’effetto voluto: rinfrancare gli animi dei suoi seguaci.
Attenendosi all’ultimo proclama del Califfo, “difendetevi e colpite”, nella giornata di oggi, infatti, le milizie del Daesh hanno condotto una vasta controffensiva in territorio siriano condotta contro le forze di Assad e quelle russe sulle direttrici di Sukhna e Al-Qaryatain, quest’ultima ritornata sotto il totale controllo del Califfato. Inoltre, si ha notizia dell’uccisione del secondo Top Commander russo, generale Valery Fidianayn, responsabile della 61° Brigata di Marina, avvenuta durante gli scontri che da giorni si protraggono a Deir Ezzor.
Ma se questi sono i sintomi di una riscossa militare sui campi di battaglia, gli eventi che hanno funestato il Canada e la Francia in questa prima domenica di ottobre potrebbero rappresentare, in maniera ancora più nitida, la voglia di riscatto dei seguaci di al Baghdadi anche in territorio avverso.
A Marsiglia un uomo di circa 30 anni, armato di coltello da macellaio, ha colpito a morte due ragazze nei pressi della stazione ferroviaria di Gare Saint Charles, venendo ucciso da un militare dell’operazione Sentinélle prima di potersi dare alla fuga.
A Edmonton, nello stato canadese di Alberta, un altro individuo, sempre sulla trentina, a bordo di un furgone a noleggio ha prima tamponato un’auto della polizia e successivamente accoltellato l’agente che ne era sceso dandosi alla fuga, inseguito da altre pattuglie della polizia canadese. Durante l’inseguimento l’autista del furgone ha volontariamente investito quattro persone prima di perdere il controllo del mezzo ed essere arrestato. Sull’autoveicolo la polizia avrebbe rinvenuto una bandiera dello Stato Islamico.
Attacchi di basso profilo ma dall’enorme valore mediatico
Esattamente ciò che l’Isis si propone in questo dato momento, la stabilizzazione della situazione militare in Medio Oriente unita alla continuità delle azioni in Occidente. Una scelta strategica responsabile volta a mantenere alta la tensione, soprattutto in Europa in attesa di essere in grado di mettere in atto nuovi attacchi su vasta scala.
A fronte del segnalato rientro di circa 30.000 foreign fighters dai campi di battaglia siro-irakeni o comunque addestrati nelle roccaforti del Daesh che, dalla Siria alla Libia, passando per la penisola arabica, resistono agli attacchi delle forze della coalizione, l’Occidente non puo permettersi di farsi trovare ancora impreparato.