“Per la prima volta una forza armata approccia a una tematica così importante come l’energia rinnovabile all’interno di un’abitazione”. Lo dice a Ofcs Report il primo capitano dell’Esercito, l’architetto Rosa Maria Filice, che ha vissuto per 15 giorni dentro al modulo abitativo del progetto Biosphera 2.0.
Venticinque metri quadrati di grandezza: soggiorno, angolo cottura, bagno e zona notte. Tutto energicamente autosufficiente. Grazie a questo protocollo le case non hanno bisogno di impianti di riscaldamento o raffreddamento, bensì di una ventilazione meccanica controllata che ricicla l’aria. Inquinamento prodotto quasi zero e una qualità della vita superiore.
“Era un progetto che conoscevo e che trovavo molto interessante – spiega Filice a Ofcs Report- soprattutto per una forza armata come l’Esercito, che viene chiamata sia in Italia che all’estero in tempi veloci e spesso non ha il modo di reperire energie sufficienti per abitazioni consone ai militari in missione in luoghi colpiti da calamità o dalla guerra. Questo modulo abitativo è perfetto perché con i suoi 25 metri quadri permette il trasporto da un posto all’altro”.
Il modulo, però, potrebbe essere anche una valida alternativa alle ‘casette’ che vengono date agli sfollati che in questi anni, a causa di terremoti e frane, hanno perso la casa. Un’abitazione che rispecchia in tutto e per tutto i requisiti di involucro e impianti previsti dal decreto ministeriale 26/6/2015 e determinati con i valori che saranno vigenti dal 1/1/2019 per gli edifici pubblici e dal 1/1/2021 per tutti gli altri edifici, così come stabilito dall’Unione Europea.
“Parliamo di un modulo abitativo che è energicamente autonomo al 95% (Nzeb), ad altissima prestazione energetica. Il suo fabbisogno è molto basso o quasi nullo ed è coperto in misura significativa da energia proveniente da fonti rinnovabili, prodotta in loco”, sottolinea Filice.
Il Capitano, infatti, presentando il progetto ai superiori ha ottenuto la possibilità di vivere all’interno di Biosphera 2.0 per 15 giorni: il primo militare che ha sperimentato e testato quella che potrebbe essere una soluzione per tutti i soldati e i civili che si trovano in situazioni di rischio. Grazie a un braccialetto e una cintura le sono stati controllati il respiro, il sonno e il battito cardiaco. “I risultati sono stati sorprendenti. Abbiamo riscontrato un innalzamento della qualità di vita significativo. Lo stress di tutti i giorni era quasi impercettibile, dormivo molto meglio e mi svegliavo anche un’ora prima senza la sveglia”, ha spiegato Filice.
Biosphera 2.0 è stata testata precedentemente da 35 civili a -20° e a 40° e si è potuto vedere come, senza impianti tradizionali (di riscaldamento e raffrescamento), la temperatura all’interno sia rimasta dai 21° ai 26°. “Ho testato il modulo abitativo in piena estate a Roma – ha raccontato il capitano – Quando fuori faceva molto caldo dentro casa stavo bene. Applicare questo protocollo a tutte le costruzioni non farebbe che migliorare la vita e la salute di tutti, oltre a essere in piena regola con le norme che dal 2019 saranno in vigore. Il progetto continua ed è la prima volta che una forza armata, l’Esercito italiano in questo caso, si avvicina a una tematica così importante come questa. E’ sicuramente un modo per dare il buon esempio a tutti”, ha concluso.
Inaugurata il primo marzo 2016, il modulo è stato concepito da Zephir-Passivhaus Italia come follow-up di BiosPHera 1.0 ed è stato costruito dalla società Aktivhaus Biocostrutturi. Il concept architettonico è stato creato all’interno di un contest svoltosi in collaborazione con il Politecnico di Torino, dipartimento di Architettura e Design, i cui aspetti energetici e fisico-edili sono stati curati da Zephir- Passivhaus per far funzionare il modulo abitativo in varie locations d’Italia. Insieme all’università della Valle D’Aosta si è data una caratterizzazione ‘umanistica’ all’esperimento andando a individuare gli aspetti di Biophilic Design che più avvicinano l’uomo alla natura. Il direttore di Zephir-Passivhaus, Francesco Nesi, ha condotto la conferenza e ha illustrato basi e principi dello standard Passivhaus. Il PhD in Fisiopatologia medica, Ivaldi Marco, ha quindi presentato gli aspetti fisiologici e il concept di sensori e apparecchi installati in BiosPHera 2.0 per monitorare costantemente persone e ambiente abitato.
Centrale è stato l’intervento del Generale Giuseppenicola Tota, capo del V Reparto Affari generali dello Stato Maggiore, il quale ha rimarcato l’intenzione da parte delle forze armate, di cercare sempre nuove soluzioni per risolvere i problemi che lo Stato Maggiore dell’Esercito si trova ad affrontare sia a livello nazionale sia nei contesti internazionali.