L’attacco alla metropolitana di Londra , le cui modalità attuative sono ancora al vaglio degli investigatori, potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova controffensiva dell’Isis in Europa.
Pur perpetrato con una approssimazione tale da fare ipotizzare una carenza di operativi specializzati in seno all’Isis, l’atto terroristico del 15 settembre non deve essere sottovalutato.
L’ordine perentorio del Daesh, in tempi più recenti ripreso anche da Hamza bin Laden (figlio di Osama) in un audiomessaggio, è stato chiaramente recepito dai miliziani sparsi nel nostro Continente: “Colpite gli infedeli ovunque vi troviate” e “se siete in grado di reperire ed utilizzare armi da fuoco, molto bene, in caso contrario le opzioni sono tante”.
L’adesione al progetto è stata immediata e farebbe parte di un più ampia pianificazione elaborata dai vertici dell’Isis per una ripresa degli attacchi contro l’Occidente, con un ennesimo cambio di strategia, come già sottolineato, che ha nuovamente sorpreso gli apparati delegati alla sicurezza.
Il fenomeno dell’emulazionismo sembra infatti avere lasciato spazio a quello del riciclo degli operativi, non più lupi solitari o cellule votate al “martirio”, ma soggetti che più o meno consapevolmente hanno scelto di percorrere la via della Jihad senza però giungere al gesto estremo. In questo senso le indicazioni fornite dalla bomba nella metropolitana di Londra sono apparse da subito chiare.
Il confezionamento dell’ordigno, infatti, ha previsto l’utilizzo di un timer e non di un innesco manuale, come indicato per le operazioni di martirio e la precipitosa fuga dell’attentatore, che sembra essere giunta alla fine, è un altro sintomo della volontà di risparmiare la propria vita, anche in previsione di futuri incarichi.
Valutati i costi di nuclei preconfezionati di mujaheddin, l’Isis ha scelto la via più economica, quella del soggettivismo in grado, comunque, di produrre negli occidentali la sensazione di un assedio da parte dei mujaheddin. Ma se questo potrebbe anche rappresentare un sintomo iniziale di carenza di “carne da cannone” da parte del Daesh, dall’altra preoccupa il proliferare di gesta di basso profilo ma comunque dall’elevato impatto mediatico.
Anche il “Lone Wolf’s Handbook”, pubblicato alcuni mesi fa sulla piattaforma Telegram, che fornisce semplici e dettagliate istruzioni per la composizione di ordigni letali , pare sia indirizzato ad addestrare i giovani, essendo stato redatto con un linguaggio facilmente comprensibile sia ai non addetti ai lavori, sia soprattutto agli aspiranti mujaheddin di giovane età.
Tra queste istruzioni anche un interno capitolo, intitolato “ricette dei cuochi: cucina divertente”, che insegna come “fare una bomba nella cucina di tua madre”. Una “bomba casalinga” è ritenuto uno dei metodi migliori per eseguire attacchi in Occidente perché gli ingredienti sono nella quotidiana disponibilità di chiunque e possono essere reperiti con facilità. Pur non soffermandosi oltre sulle istruzioni di confezionamento degli ordigni per ragioni che ci appaiono ovvie, è altrettanto d’obbligo sottolineare come la bomba di Londra sembrerebbe essere stata confezionata proprio in conformità ai canoni indicati nella pubblicazione del Daesh.
Nella dottrina dell’antiterrorismo si evidenzia spesso come la sopravvivenza delle organizzazioni terroristiche sia strettamente connessa a diversi ed irrinunciabili fattori, tra questi la persistenza nell’azione di propaganda attraverso il web ed i mass media, l’azione di reclutamento indirizzata soprattutto ai giovani e la continuità degli attacchi anche se condotti con un basso grado di intensità.