Emmanuel Macron punta dritto verso la maggioranza assoluta, è accreditato al 32,6% e, secondo i dati elaborati dall’Istituto Elabe, si sarebbe assicurato un numero di seggi compreso fra 415 a 445 su un totale di 577 deputati dell’Assemblée Nationale. La République en marche, il partito che è l’evoluzione del movimento En Marche!, ha sorpassato tutti i partiti tradizionali, facendo crollare sia il Partito Socialista, sia il Front National. Questo primo scrutinio verrà però ricordato per l’astensione da record.
Disillusione elettorale
La Francia sceglie in primo luogo di non andare alle urne, ha disertato infatti il 51,29% degli elettori ed è la prima volta in 60 anni. Secondo alcuni esperti è proprio la vicinanza delle due tornate elettorali a decretare un’astensione record. Chi ha perso alle presidenziali tende a non tornare alle urne. Chi ha espresso il suo voto, lo ha fatto per il presidente Macron, regalandogli una vittoria che nemmeno De Gaulle aveva mai ottenuto: la maggioranza assoluta.
Macron mania, non c’è opposizione alla sua ascesa
Dopo l’Eliseo, Macron può già parlare di un secondo trionfo: con il suo 32,3% porta a casa una maggioranza assoluta e inedita. Come OFCS.Report ha spiegato negli ultimi articoli, è il sistema che lo prevede: con il consenso di un terzo dei voti si possono ottenere tra i 415 e i 445 seggi. I giornali francesi parlano di Macron-mania, più che i suoi temi ha vinto lui. “Miei cari compatrioti, la Francia è tornata”, ha detto il primo ministro, Edouard Philippe, salutando i risultati del primo turno delle elezioni e parlando di un “endorsement” del paese per il programma di riforme del presidente Macron. “Nonostante il tasso di astensione, il messaggio dei francesi è inequivocabile – ha detto Philippe in una dichiarazione alla tv nazionale – Per la terza volta di fila, milioni di cittadini hanno confermato il loro sostegno alla politica di rinnovamento, unità e riconquista del presidente della Repubblica”.
Una composizione del Parlamento inedita
Crollano invece il FN e i socialisti: li supera France Insoumise di Jean Luc Mélenchon (11%) che però, secondo i sondaggi, avrebbe fatto qualche punto in più. Marine Le Pen arriva appena al 13,2% – ben al di sotto del 21,3% che aveva ottenuto al primo turno delle presidenziali. Secondo i sondaggi, al ballottaggio potrebbe ottenere fra i 3 e i 10 seggi, numeri che non permetteranno all’FN di formare nemmeno un gruppo parlamentare. Il grande perdente è il Partito Socialista: si attesta su un deludente 9,5% e non può aspirare a più di 15-25 seggi, rispetto ai 292 della precedente legislatura, quando il presidente era Francois Hollande. Addirittura ha perso il suo seggio il leader del partito, Benoit Hamon. Una grande delusione anche per la destra repubblicana, che aveva giocato la campagna per queste legislative sulla retorica di una convivenza forzata con En Marche perché Macron non avrebbe avuto i numeri per una maggioranza, terminerà invece con 70-130 eletti, secondo le proiezioni. Il leader Baroin ha lanciato un appello alla mobilitazione per evitare “poteri concentrati in un solo uomo e nello stesso partito”.